Propaganda Live, Antonella Attili “Grillo, che brutto spettacolo”
“Che brutta storia. Come si invecchia male a volte”. Così Antonella Attili inizia il suo monologo durante PropagandaLive in onda su La7.
Il video di Beppe Grillo ha scatenato innumerevoli reazioni, soprattutto tra partiti. Giorni fa, è stato pubblicato da lui un video in cui difende il figlio e altri ragazzi accusati di violenza sessuale. Le parole utilizzate, il tono concitato e il potere mediatico sfruttato sono dei motivi per cui il video è stato aspramente criticato, ritenuto inaccettabile e scandaloso.
Le parole di Beppe Grillo
“Perché non li avete arrestati? Perché non è vero niente. Se una persona viene stuprata la mattina, al pomeriggio fa kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia, vi è sembrato strano. È strano. C’è un video e si vede che è consenziente”.
Il monologo di Antonella Attili
“Beppe Grillo si chiede: Perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati per due anni?
Io ho chiesto ad una mia amica penalista, ho chiesto a fonti attendibili e mi ha detto che uno accusato di stupro va in carcere se colto in flagranza di reato, se c’è pericolo di fuga o inquinamento delle prove o di reiterazione del crimine. La risposta è: Perché è così la legge”.
“Beppe fa riferimento al video che è stato girato che spiega passo passo tutto quello che è successo.
Ma la mia domanda è: chi ha girato il video e perché? Quella ragazza sapeva di essere ripresa?
Durante il suo discorso, sottolinea quanto sia chiaro che c’è la consenzietà. Ma che vuol dire? Avrà sbagliato, nella foga ci sta. Deve avere un concetto personale della parola consensuale. Inoltre da padre gli avrà dato quegli insegnamenti che se la donna dice no è sì”.
Il giorno dopo
“Il giorno dopo ha fatto kitesurf, continua Beppe Grillo. Giusto. Ci sono una serie di sport che se vengono eseguiti a breve distanza da uno stupro indica consenzietà. Kitesurf: seratona Bocce: forse un’altra occasione Briscola: mi sa che mi ci fidanzo.
Se dopo uno stupro non ti fai trovare tumefatta vuol dire che in fondo ti sei divertita. E se fai passare otto giorni per denunciare”.
Antonella Attili continua, ponendo l’accento sul tempo per denunciare uno stupro: “Grillo lo trovi agilmente sul web, il tempo della denuncia è stato prolungato a 12 mesi per far prendere coscienza alla vittima e rielaborare il trauma. All’inizio c’è una sorta di rimozione misto a senso di colpa dovuto alla società che ridurrà tutto al “Te la sei cercata”. Subiscono un ulteriore violenza”.
La conclusione del monologo
“Toccherà al giudice decidere la colpevolezza o meno e non vorrei essere al posto suo visto la pressione mediatica attorno al caso. Fino ad allora sarebbe stato meglio forse tenere un profilo più basso. Ma sarebbe stato come chiedere alla birra di non fare schiuma. Se fosse successo a mia figlia, sentir parlare di innocenza e divertimento in merito ad un rapporto sessuale non scelto mi farebbe sentire impotente e disperata. Mi fa riflettere su cosa la giustizia e se sia possibile ancora rispettarne i valori e l’autonomia”.
“Non posso che sperare che giustizia sia fatta per tutte le ragazze che vogliono godersi la loro età anche andando in discoteca, kitesurf senza paura di incontrare quattro coglioni disabituati a discernere tra un sì rubato e un no non rispettato”.
#IlGiornoDopo: la storia di Eva Dal Canto
Eva è una sopravvissuta. È stata stuprata all’età di diciassette anni e durante l’intervista ha esposto come il dramma di subire una bruttura simile sia impossibile da verbalizzare e da condividere con qualcuno nell’immediato futuro o anche a distanza di tempo. Non ha mai denunciato.
In seguito alle parole di Beppe Grillo, ha deciso di dare il via ad una manifestazione mediatica. Attraverso l’hashtag #IlGiornoDopo, l’obiettivo è raccontare cosa è stato fatto ore dopo aver subito uno stupro. Perché c’è un giorno dopo, la vita continua. Ma il silenzio non porta giovamento, come ha scritto su Instagram.
La storia di Luce
“Sono qui per una legge ingiusta e per un’educazione sbagliata”. È l’appello di Luce, 23 anni. Attraverso il suo profilo Instagram lancia un messaggio notevolmente forte per le vittime di stupro. “La legge dei sei mesi”, s’intitola così.
Non si sofferma sulle dinamiche dell’accaduto, ma quanto questo tragico evento abbia influito su di lei e come la sua mente abbia cercato invano di proteggerla rimuovendo ricordi. Purtroppo per quanto ci si possa difendere da tali brutture, quando si verificano sono laceranti e si ripropongono giorno dopo giorno.
