Ribellarsi allo stalking e ritrovare la serenità

di francesca


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Molto spesso, purtroppo, i media ci riferiscono di omicidi di donne che avevano già da tempo chiesto aiuto contro il loro assassino, il quale le aveva in qualche modo perseguitate e reso loro la vita impossibile; ciò che prevale, in questi casi, è il senso di frustrazione per una situazione che avrebbe potuto essere prevenuta ma che è stata invece sottovalutata poiché la richiesta d’aiuto della donna è caduta nel silenzio. Ma questo reato ha ora un nome, stalking e chi ne è vittima ha a propria disposizione strumenti per combatterlo, assieme alle autorità.

Varie donne famose hanno coraggiosamente denunciato i loro molestatori, tra cui Anna Oxa ed Heather Parisi, ma sono centinaia le donne che sono state e che sono vittime di un persecutore e che hanno proceduto a denunciarlo (secondo, il Ministero per le Pari Opportunità si contano circa 600 denunce e 100 arresti ogni mese); ed è probabile che ne esistano altrettante che subiscano stalking e, atterrite, non abbiano il coraggio di ribellarsi.

Il persecutore (in inglese “stalker”, ovvero “predatore”) tenta in ogni modo di comunicare costantemente con la propria vittima con continui sms, email, telefonate; si apposta nei luoghi che la vittima frequenta o compare improvvisamente davanti la stessa, la segue di nascosto. Possiamo facilmente immaginare come tutti questi comportamenti minacciosi facciano (giustamente) temere la vittima per la sua incolumità e quella dei propri cari e la fanno vivere in una costante sensazione di pericolo, costringendola spesso a modificare o abbandonare le proprie abitudini per cercare in qualche modo di evitare l’intrusione dello stalker nella propria vita.

Molto spesso lo stalker è un ex coniuge o fidanzato: si sente respinto, rifiutato, (e non importa se il rifiuto sia stato reale o immaginario) e pensa bene di imporre con la violenza la sua assidua presenza.

In ogni caso, lo stalker riesce seriamente, con le sue assillanti molestie, a modificare il grado di serenità in cui vive la vittima e spesso, anche i suoi familiari: non dimentichiamo il caso di cronaca dell’agosto scorso in cui il padre di una vittima ha ucciso il persecutore, stanco di tutti i soprusi che, pur indirettamente, doveva subire.

Per fortuna, dal febbraio del 2009, questi odiosi comportamenti potrebbero costituire gli estremi di un reato specifico, previsto dall’articolo 612 bis del nostro codice penale, reato per il quale c’è la possibilità di arresto l’eventuale pena della reclusione fino a quattro anni; l’eventuale circostanza che il persecutore sia un ex coniuge o ex fidanzato è considerata un’aggravante della pena.

La vittima può attuare, prima della querela, un procedimento di richiesta di ammonimento dello stalker, rivolgendosi al Questore, spiegando i fatti; se il Questore ritiene il racconto plausibile ed attendibile (svolgendo delle sommarie indagini) procederà ad ammonire il soggetto, facendolo ragionare sulle conseguenze penali delle sue azioni: se lo stalker non coglierà quest’occasione e persisterà nella sua condotta, si troverà la pena aumentata quando sarà condannato per gli atti persecutori che avrà compiuto.

Oltre alla pena prevista, allo stalker il Giudice può comminare una prescrizione di “divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa” (e a volte anche dai suoi cari). Poiché il Consiglio Europeo dei Ministri della Giustizia ha dato il proprio assenso alla creazione dell’ “Ordine di protezione europeo”, i divieti di avvicinamento alle vittime, di contatto telefonico o mediante sms, di frequentazione delle zone di residenza o di lavoro, avrà, a breve, una valenza europea, poiché si sta creando uno strumento di protezione per tutte quelle donne che abbiano deciso di intraprendere un viaggio o di trasferirsi in un altro Paese dell’Unione , senza che il molestatore possa approfittarne.

Per fortuna, ci sono varie strutture alle quali rivolgersi per trovare un aiuto concreto alla risoluzione del problema ed un valido sostegno psicologico. Presso il Ministero delle pari Opportunità è stato istituito un numero verde, il 1522, attivo nel’intero arco della giornata. E’ interessante inoltre il sostegno che si può trovare nei Gruppi di Auto Mutuo Aiuto che finalmente stanno cominciando a diventare una realtà in Italia: si tratta di gruppi di persone che condividendo lo stesso problema, si riuniscono periodicamente per darsi sostegno e condividere le proprie esperienze. Chi risolve il problema spesso sceglie di rimanere nel gruppo per essere di aiuto a chi ha ancora bisogno.

Un valido sito cui fare riferimento è: www.automutuoaiuto.it dell’ Ass. AMA di Trento tel. 0461-239640  che ha una mappatura del territorio nazionale per i gruppi di auto mutuo aiuto esistenti e per info si può scrivere una mail a: ama.alessandra@gmail.com

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