Mpox clade 1b, i nuovi focolai preoccupano gli esperti | Altro che normale influenza: questo virus può farti PERDERE LA VISTA
Provetta di sangue con scritta Mpox_(Depositphotos)_Donnaclick
Un virus da non sottovalutare: può causare complicazioni ben più gravi di quelle influenzali.
Da tempo silenzioso, ora è tornato a far parlare di sé: il virus Mpox, conosciuto anche come vaiolo delle scimmie, sta circolando nuovamente in Europa e in Italia, ma in una forma più aggressiva rispetto al passato.
A preoccupare gli esperti non è solo la ricomparsa del virus, ma la sua mutazione: si tratta infatti del clade 1b, una variante geneticamente diversa e potenzialmente più pericolosa. Non siamo di fronte a un’influenza stagionale: Mpox può portare a complicazioni gravi, tra cui lesioni oculari, encefaliti e infezioni batteriche secondarie.
Nel mondo medico si alza il livello d’allerta: mentre il pubblico tende a minimizzare, gli specialisti mettono in guardia. I dati clinici più recenti dimostrano che alcuni pazienti infetti da Mpox hanno subito danni permanenti alla vista, con lesioni corneali che possono portare persino alla cecità, se non trattate tempestivamente.
La diffusione avviene soprattutto per contatto diretto con lesioni cutanee o fluidi corporei, ma anche attraverso indumenti contaminati o goccioline respiratorie. I sintomi iniziali – febbre, mal di testa, dolori muscolari – spesso confondono, ma nel giro di pochi giorni compaiono le tipiche eruzioni cutanee.
Mpox Clade 1b: cosa sappiamo davvero
Il clade 1b è una delle varianti recentemente identificate del virus Mpox. A differenza delle forme più comuni e meno virulente, questa mostra una maggiore capacità di diffusione e una sintomatologia più severa. Non è letale, nella maggior parte dei casi, ma può provocare conseguenze debilitanti, in particolare nei soggetti immunodepressi, nei bambini e negli anziani.
Tra le complicazioni gravi riportate in ambito clinico, oltre ai danni oculari, si riscontrano infezioni cutanee profonde e, in casi rari, danni neurologici. Per questo motivo è fondamentale non abbassare la guardia, anche quando i sintomi sembrano lievi.

Focolai attivi anche in Italia
La notizia è di pochi giorni fa: sette casi di Mpox sono stati confermati in Friuli Venezia Giulia. Le autorità sanitarie parlano di due focolai distinti. Il primo ha colpito una famiglia di cinque persone, inclusi due bambini, ed è riconducibile a un contagio di ritorno dall’Africa. Il secondo focolaio, emerso a fine agosto, sarebbe invece legato a un’infezione importata da un altro Paese europeo. Attualmente, sei dei sette pazienti sono ricoverati all’ospedale di Udine nel reparto di malattie infettive, mentre uno è in isolamento domiciliare. Anche se le loro condizioni non destano al momento preoccupazione, la presenza del virus sul territorio italiano solleva dubbi sulla reale portata della circolazione del clade 1b.
Gli esperti invitano a non farsi trarre in inganno dalla temporanea stabilità dei pazienti friulani: Mpox può evolvere rapidamente, soprattutto in assenza di un riconoscimento tempestivo dei sintomi. La prevenzione passa anche dall’informazione: non è il momento di banalizzare o ignorare i segnali.
