Carla Gozzi, intervista esclusiva all’icona di stile del programma “Ma come ti vesti?”

di francesca


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Quando hai deciso che il fashion system avrebbe giocato un ruolo importante nella tua vita?

Quando ero molto piccolina… C’è una storia carina ma assolutamente vera che gira nella mia famiglia: quando frequentavo le elementari dovevo indossare un grembiule tremendo e ogni giorno cercavo di personalizzare il mio look con un fiocco o un nastro… Insomma, tentavo di dare un tocco fashion anche alla divisa scolastica!

Come definiresti il tuo look?

Contemporaneo, lineare, clean ed essenziale. Non indosso mai gioielli o accessori inutili: preferisco “togliere” piuttosto che “aggiungere”.

Qual è il capo di cui non si può fare a meno?

In questo caso ti do due chance: il classico black dress che rappresenta una sicurezza (e che, purtroppo, non tutte hanno nel loro guardaroba) e -ora ti stupisco- un trench oversize che è stato uno dei capi must-haves nei parterre delle ultime sfilate.

Tra gli accessori qual è il must-have per il 2011?

Direi due: gli orecchini pendenti e bangles, ossia i bracciali a cerchio rigidi in osso o in plastica coloratissima o in legno…

Preferisci indossare le scarpe con il tacco o le ballerine?

Sempre e assolutamente con il tacco! In estate indosso le scarpe con la zeppa di corda, di rafia o legno. Indosso le ballerine esclusivamente in casa.

Come è fatta la tua borsa ideale?

In realtà giro sempre con due borse: una shopper bag che contiene l’i-pad, i-pod, l’i-phone, una ministampante; e una a tracolla, più piccola, con gli oggetti base come il lipstick.

Parliamo dei tuoi capelli: hai sempre avuto questo colore?

No, la mia base è biondo cenere e per anni ho fatto i colpi di sole. Poi, circa sei anni fa, ho deciso di dare loro un imprinting un po’ 60 con questo colore-non colore.

Non ti vediamo mai con i capelli sciolti: questione di comodità o di look?

Direi di look.

Nella tua borsetta dei trucchi cosa non può mancare?

Il balsamo per le labbra che può essere al miele e comunque sempre e molto naturale e il collirio: ho gli occhi molto chiari e viaggio sempre con un collirio monodose alla camomilla.

Chi è lo stilista per excellance?

In questo momento trovo che in Italia Gianbattista Valli sia una delle voci più fresche e autorevoli nel panorama del fashion. Tra gli stilisti esteri mi piace molto Christopher Kane.

Sei stata assistente di stilisti del calibro di Yohji Yamamoto, Thierry Mugler, Calvin Klein… Come cambia il modo di lavorare nella moda da un paese all’altro?

Tanto. I francesi sono molto iconografici: quando creano una collezione immaginano quasi un racconto, un film.

Con Yohji Yamamoto sembrava di essere dentro un origami: tutto poteva essere cambiato, tutto poteva mutare in qualsiasi momento.

Con Ermanno Scervino predominava l’artigianalità, il fatto a mano e la cura del dettaglio. Da un dettaglio riusciva a inventare una serie di outfit meravigliosi.

Anche con Mila Schon prevaleva la cura dei dettagli, dei particolari.

Calvin Klein, come del resto tutti gli americani, amava la praticità. La donna deve viaggiare ecco perché le sue collezioni sono moderne, essenziali.

Cosa significa concretamente fare l’assistente ad uno stilista?

Assistere significa affiancarsi a un creativo, cogliere i desideri dell’art director e dare concretezza alle sue idee. Ad esempio immagina che stia cercando una seta leggerissima, tocca all’assistente trovarla. Ma non deve proporgli solo un tipo di seta, devi cercarne il più possibile in diverse tonalità. In più, ho sempre avuto dalle 15 alle 18 persone da coordinare. È un lavoro che ti occupa 24 ore al giorno e implica molta passione per la moda.

Avresti qualche consiglio per le ragazze che vorrebbero intraprendere la tua stessa carriera?

Sì, innanzitutto finire le scuole dell’obbligo, poi la scelta deve essere incline alle proprie attitudini. Chi è brava a disegnare dovrebbe rivolgersi a tutti quegli istituti che prediligono il design.

Coloro che invece non hanno questo dono, possono intraprendere ad esempio un corso di visual merchandiser o di stylist.

La crisi dei consumi ha influito nella creatività degli stilisti?

Sì, decisamente. Lo scenario economico internazionale è mutato e anche gli stilisti si trovano a dover fare i conti. Prima si limitavano ad occuparsi della creatività, ora si pongono domande sulla fattibilità del look a livello economico. Tra l’altro sono loro stessi a andare nei negozi a controllare le vendite. Diciamo che ora c’è più attenzione al consumate e la concorrenza dei grandi gruppi come ad esempio Zara e H&M, ha stravolto creando una competizione aggressiva.

Il programma “Ma come ti vesti?” ti ha consacrata guru delle tendenze e del buon gusto. Secondo te la classe nel scegliere gli abiti è innata o si può acquisire con il tempo?

La classe è innata ma non a caso sto tenendo dei corsi che aiutano a imparare le regole del gioco e ad avvicinarsi al buon gusto. La classe è comunque legata all’educazione ricevuta, alla sensibilità, alla cultura ma, ripeto, ci si può avvicinare imparando le regole del gioco.

Quest’anno i bidoni dove scartate gli abiti dei concorrenti sono diventati 3…

Ebbe sì, ci siamo reinventati! Mai buttare via nulla! Era un modo per dare un tocco di novità alla trasmissione e per avvicinarsi al concetto di ecosostenibilità. Il riciclo degli abiti dà molte idee alle nostre amiche spettatrici.

Coloro che partecipano al tuo programma riescono veramente a migliorare il loro look o dopo la trasmissione ricadono nei consueti errori?

Siamo sempre in contatto e ci scambiamo e-mail quando hanno bisogno consigli. La maggior parte segue le nostre indicazioni. Fai conto che nella trasmissione non si vede il “dietro le quinte” dove diamo loro un sacco di consigli. Poi, ovviamente c’è anche chi torna alle vecchie abitudini…

Tre aggettivi per definire Enzo Miccio il tuo partner nel programma.

Enzo è creativo, simpaticissimo, ironico e molto bon ton!!! Scherzo sempre sul fatto che siamo un po’ vintage e che il vero “bacchettone” del bon ton è lui!

Oltre a condurre “Ma come ti vesti?” di cosa ti stai occupando?

Continuo la mia attività di assistente agli stilisti come freelance e organizzo alcuni corsi, i Carla’s Academy, sia per le aziende che per i privati. Dal 2009 ho un mio blog dove do consigli di stile alle amiche.

Tra poco partiremo per il mare: cosa dobbiamo mettere assolutamente nella valigia?

Quest’anno direi le infradito colorate e un abito lungo, maxi in chiffon con stampe floreali. Mi raccomando deve mettere in evidenza il décolleté ! E non dobbiamo dimenticare anche il cappello!

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