Ipnosi in gravidanza e durante il parto: ecco come funziona quella ericksoniana

di francesca


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L’ipnosi oggi viene utilizzata a diversi fini, tra cui le cure dimagranti, la lotta alle dipendenze, il miglioramento della performance sportiva e anche la preparazione al parto. Essa serve soprattutto per migliorare la gestione del dolore, inteso come fatto prevalentemente mentale e suggestivo. Come abbiamo visto, sia il periodo della gravidanza, sia il post-partum possono essere periodi di sofferenza e preoccupazione per la madre, come nel caso della depressione post-partum, le cui cause sono ancora sconosciute.

La gravidanza e il partospiega il dr. Gian Carlo Di Bartolomeo, Medico  e Direttore dell’Istituto – sono momenti particolarissimi della vita di una donna, e portano con sé un carico emotivo spesso sottovalutato. La gravidanza è il momento dell’attesa, delle aspettative, dell’immaginare il proprio bambino. Poi, più il momento della nascita si avvicina più ci si focalizza sul parto, che spesso fa paura, perché associato ad immagini di grande sofferenza fisica. Infine, dopo la nascita, il periodo immediatamente dopo il parto è spesso denso di nuove emozioni e sensazioni contrastanti. Le donne in grado di utilizzare l’ipnosi su se stesse, possono utilizzare al meglio le proprie risorse interne per attraversare con serenità tutte queste fasi“.

Uno dei centri più attivi in Italia nella formazione e l’insegnamento delle strategie ipnotiche in gravidanza, è l’Istituto Milton H. Erickson di Torino che progetta dei corsi di ipnosi e autoipnosi ericksoniana, allo scopo di imparare a gestire al meglio l’attesa, il travaglio e le primissime fasi della maternità. Le tecniche ipnotiche ericksoniane, consentono a chi le padroneggia di entrare in contatto con la propria mente e il proprio corpo in modo da utilizzare al meglio:

  • il proprio inconscio
  • apprendere l’ascolto nel rapporto col bambino
  • utilizzare la propria mente e le proprie capacità in vista della gestione del dolore

Anche il personale sanitario coinvolto nel processo della nascita, come ostetriche e puericultrici, con questo tipo di ipnosi, apprende le tecniche necessarie per migliorare la qualità dell’assistenza alle madri.

Durante il travaglio – continua Di Bartolomeo – la donna sperimenta una sequenza di contrazioni dolorose, intervallate da momenti di pausa. In questa situazione la componente di aspettativa del dolore riferita alla contrazione successiva, può enfatizzarne la percezione dolorosa, colorandola di sensazioni ansiogene. I processi ipnotici, lavorando sulla rappresentazione cognitiva ed emotiva di una situazione, interagiscono in modo profondo sulla percezione dolorifica, riducendola e rendendola di fatto gestibile. Diverse ricerche hanno dimostrato come i processi ipnotici siano in grado di influenzare la cosiddetta pain matrix, ovvero la complessa rete neurale attiva durante la percezione del dolore che si estende dalla corteccia frontale del cervello, fondamentale per i processi di pianificazione, alla corteccia insulare, importante per la valutazione emotiva degli eventi. Per questi motivi, l’ipnosi è uno strumento estremamente utile per il trattamento del dolore, sia acuto che cronico“.

Il processo di anticipazione del dolore – aggiunge la dr.ssa Nicoletta Gava, psicologa clinica e co-direttrice dell’Istituto – si basa sulla convinzione di non poter spostare l’attenzione da esso e di dover sempre pensare in modo ossessivo al momento in cui si subirà il dolore. La letteratura psicofisiologica ha mostrato come le tecniche ipnotiche possano influenzare positivamente tale processo, agendo su anche su altre strutture cerebrali come l’ippocampo, nel lobo temporale, e l’amigdala, struttura sottocorticale. L’amigdala regola principalmente l’attività di orientamento verso stimoli nuovi mentre l’ippocampo agisce sull’abitudine verso stimoli ripetuti ed è noto come entrambi i processi siano fondamentali in ipnosi. Infatti uno dei propositi dello stato ipnotico consiste nel gestire gli stimoli irrilevanti, in questo caso i pensieri relativi al dolore, e spostare le proprie risorse attentive verso alcuni stimoli che rappresentano la fonte di informazione principale, come la felicità dovuta all’arrivo di una nuova vita“.

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