Cosa aspettarsi quando si aspetta

Bene, siete finalmente arrivate al termine della vostra gravidanza. La pancia è cresciuta, il piccolo anche e l’unico pensiero che avete avuto fino ad ora è stato evitare gli insaccati e cospargervi il corpo di olio di mandorle. Avete dato sfogo al più sfrenato shopping compulsivo per il neonato, senza alcun senso di colpa, acquistando persino gadget su internet importati dalla Nuova Zelanda. 

Ma voi siete sicure di essere preparate?

A volte ci si preoccupa di acquistare per il neonato di tutto e di più, persino il superfluo e alcuni accorgimenti, semplici e fondamentali, si dimenticano, oppure non ci si pensa proprio. Ecco una mini guida, ironica e collaudata, su come preparare (e prepararsi!) al meglio per l’arrivo di un figlio:

  • Scorte di  cibo. Non per il piccolo, ma per voi e per il resto della famiglia -tipo il marito e il cane, che continueranno ad esistere anche dopo la nascita del pargoletto-. Perchè? Vi faccio un esempio. Cosa fanno gli abitanti dei caraibi quando le previsioni annunciano l’arrivo di un uragano? Vanno a fare scorte di cibo. Ecco. Fatelo anche voi. E’ molto probabile che i primi tempi non avrete nemmeno il tempo per lavarvi la faccia e quindi avere nel frigorifero, o nel freezer, cibi già pronti, potrebbe rivelarsi un fantastico risparmio di tempo ed energie. 
  • Aiuti. Partiamo tutte con le migliori intenzioni da super-mum-faccio-tutto-io. Ma a volte avere la mamma, la zia o persino la suocera che vengono a darci una mano -fosse solo per buttare via la spazzatura- è già qualcosa. Quindi ogni volta che qualcuno vi chiamerà per chiedervi di poter venire a trovare il pupo -i primi tempi casa vostra si trasformerà in un pellegrinaggio che nemmeno al capezzale del bambin Gesù – non esitate a chiedergli qualche favore. Andare a fare la spesa, cucinare un piatto di pasta o qualsiasi altra incombenza vi venisse in mente.
  • Il papà, c’è anche lui. Visto che i bambini si fanno in due bisogna ricordarsi che c’è anche il papà e coinvolgerlo il più possibile nella gestione del pupo. Spesso le mamme si lamentano che i maschietti sono poco collaborativi con i figli, ma a volte la responsabilità è anche la loro. I papà vanno coinvolti strategicamente. Come? Rendendoli parte attiva alla gestione dell’infante: bagnetto, cambio di pannolino, ruttino, preparare il biberon, etc. Farli provare e delegare compiti, che spetteranno a loro, nella routine familiare. E per evitare che il neo padre, con la scusa della paura di fare male al neonato si sottragga, ditegli, con estrema convinzione: “ Dai prova tu a dargli il biberon! Ti sta sorridendo, vuole te, non vedi?” Non saprà dire di no. 

 

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