Baby mamme dal film alla realtà

di francesca


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Il loro si rivelerà non un atto provocatorio ma una scelta per affermare la propria libertà al di là di ogni pregiudizio.

Pur essendo ispirato ad una storia vera,il film tratta un caso i cronaca estremo, ma in concomitanza con l’uscita dl film è rimbalzata sui media l’inquietante notizia secondo cui in Italia, ogni anno, ben dieci mila adolescenti affrontano una gravidanza: circa la metà di loro decide di diventare madre. A Milano, secondo i dati dell’Assessorato alla Sanità, nel 2011 sono state novantadue le mamme adolescenti: praticamente una baby mamma ogni quattro giorni.

Possiamo ben immaginare le difficoltà e le conseguenze personali e sociali di questo fenomeno. La giovanissima età della madre è infatti considerata un fattore di rischio per la crescita sana ed equilibrata del nascituro, ed anche un fattore di rischio per la madre stessa che, nell’età dell’adolescenza, sta già vivendo un periodo assai turbolento ed è facilmente soggetta a depressioni che certamente non trovano nella nuova situazione elementi di conforto.

Sicuramente possono affiancare la futura o neomamma gli esperti dei consultori familiari: qui, oltre all’assistenza medica indispensabile per portare a termine nel modo più corretto la gravidanza, è possibile trovare assistenza psicologica per essere supportati nelle proprie scelte e nella cura del bimbo appena nato.

Una delle domande più frequenti che si pongono le adolescenti attiene alle conseguenze giuridiche del fatto di essere madri minorenni: molte infatti temono che questo impedisca loro di poter tenere con sé il proprio bambino.

Secondo il nostro codice civile i minori di sedici anni non possono riconoscere il proprio figlio. Se entrambi i genitori sono minorenni, il bimbo non può essere riconosciuto e dev’essere giuridicamente affidato ad altro soggetto; ma ciò non implica necessariamente che il bimbo sia allontanato dalla mamma.

Al contrario, l’affidatario si cerca primariamente nella famiglia stessa della neomamma, ad esempio tra i nonni, gli zii e chiunque possa aiutare l’adolescente nel suo difficile compito, senza pregiudizio per nessuno.

Tale affidamento si rende necessario perché un minorenne non ha, per il nostro ordinamento, capacità d’agire e quindi non può nemmeno esercitare la potestà su un altro minore: in altre parole, per la protezione del neonato e per le scelte che lo riguardano necessarie, è necessario che ci sia una persona in grado di compiere scelte consapevoli.

Compiuti i sedici anni, sarà possibile riconoscere il bambino quale figlio naturale, o se si è stati ammessi al matrimonio (con la cosiddetta procedura di emancipazione) come figlio legittimo.

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