Laura Antonelli, biografia, carriera, vita privata, film

di Redazione


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Chi era Laura Antonelli? Biografia e carriera dell’attrice italiana. Dove è nata, qual era il suo vero nome, come e quando è morta. Com’è diventata famosa, in quali film ha recitato e quali sono i più celebri. Vita privata, quante volte e con chi è stata sposata.

Laura Antonelli

Il vero nome di Laura Antonelli era Laura Antonaz. È nata il 28 novembre del 1941 a Pola (in Croazia) ed è morta all’età di 73 anni a Ladispoli (in provincia di Roma). Ha raggiunto il massimo del successo negli anni Settanta e Ottanta, con film di tanti generi. A darle grande notorietà, il film Malizia di Salvatore Samperi.

Biografia

Nata a Pola, città istriana all’epoca italiana, era figlia di Mario Antonaz e Gioconda Bresciani. Antonelli fu profuga, insieme alla famiglia, durante l’esodo istriano, in seguito alla sconfitta italiana nella seconda guerra mondiale (con la perdita dell’Istria). Si trasferì a Napoli, dove frequentò le scuole superiori e si diplomò all’Istituto Vincenzo Cuoco.

In seguito si trasferì a Roma, dove lavorò come insegnante di educazione fisica al liceo artistico di via Ripetta, prima di intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo, come attrice.

Esordi

Insieme alle attrici Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina, Laura Antonelli fu una delle componenti del gruppo definito delle “bellissime quattro” dalmato-istriane. Dopo aver girato alcuni caroselli per Coca Cola e posato per numerosi fotoromanzi diffusi anche all’estero, esordì nel cinema con piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.

La prima parte importante le fu offerta nel 1969 dal regista Massimo Dallamano che la selezionò come protagonista di Venere in pelliccia. L’occasione, però, sfumò per via dell’applicazione di una severa censura che bloccò l’uscita del film, riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere.

Il successo

Il successo arrivò nel 1971, quando recitò a fianco di Lando Buzzanca ne Il merlo maschio. Due anni dopo, nel 1973, interpretò il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro e al giovane Alessandro Momo. Il film, che incassò la cifra di 6 miliardi di lire, divenne un cult movie, entrando nell’immaginario erotico degli spettatori e innalzando Antonelli a “icona sexy” italiana. Ottenne il Nastro d’argento alla migliore attrice protagonista e il Globo d’oro alla miglior attrice rivelazione.

A partire da allora, per lei si spalancarono le porte della notorietà. In seguito alternò film d’autore a pellicole interamente scritti per la sua figura di attrice. Tra i primi, ad esempio, si ricordano come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, sul cui set conobbe Jean-Paul Belmondo (con il quale ebbe una travagliata relazione), Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini (per il quale vinse un secondo Globo d’oro).

Laura Antonelli
Laura Antonelli

Tra i secondi, invece, si annoverano Peccato veniale, sempre di Salvatore Samperi, o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi. Lavorò, dal 1976, con tanti registi: si ricordano i film L’innocente di Luchino Visconti, nel 1977, Gran bollito di Mauro Bolognini e Passione d’amore di Ettore Scola del 1981, per il quale ricevette il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.

In seguito Laura Antonelli si dedicò per lo più a commedie, come Il Malato immaginario e L’Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista alternando altre interpretazioni nel filone erotico, sempre diretta da Samperi, in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri.

Anni Ottanta

Nel corso degli anni Ottanta, la Antonelli lavorò in pellicole comiche o erotiche. La ritroviamo, ad esempio, in Grandi Magazzini di Castellano e Pipolo o in Viuuulentemente mia. Nel 1985 interpretò La Venexiana, pellicola ispirata all’omonima commedia del ‘500, accanto a Monica Guerritore e al figlio dell’attore scozzese Sean Connery, Jason.

Sul finire del decennio approdò sul piccolo schermo con due miniserie televisive: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989).

Vicende giudiziarie

Nella notte del 27 aprile 1991, nella sua villa di Cerveteri, vennero rinvenuti 36 grammi di cocaina. Fu condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti. Nel 2000 arrivò per lei l’assoluzione da parte della Corte d’Appello di Roma, che la riconobbe consumatrice abituale di stupefacenti, ma non spacciatrice. Nel frattempo, la legge italiana era cambiata e l’assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale non costituiva più reato.

Ritorno al cinema

Laura Antonelli torna al cinema nel 1991 con Malizia 2mila, sequel della pellicola che l’aveva resa celebre. Durante le riprese, si sottopose alle cure di un chirurgo estetico ma, in concomitanza del trattamento, manifestò reazioni avverse, a detta dell’attrice riconducibili alla cura estetica praticata. La vicenda arrivò in tribunale, dove l’attrice chiese un risarcimento miliardario.

Il seguente processo si concluse dopo tredici anni con il rigetto delle pretese risarcitorie della Antonelli poiché i presunti effetti delle cure estetiche furono riconosciuti come dovuti a una malattia chiamata edema di Quincke e non ai trattamenti estetici.

A seguito della vicenda, la Antonelli affondò in una notevole depressione. Ciò spinse i legali dell’attrice a citare in giudizio il ministero della Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nel 2003, in primo grado, le venne riconosciuto un risarcimento di diecimila euro. In appello, nel 2006, la cifra fu elevata a 108mila euro più interessi. La sentenza fu confermata in via definitiva dalla Corte di cassazione nel 2007.

Gli ultimi anni

A partire dagli anni Duemila, Laura Antonelli attraversò una profonda crisi economica e psicologica. Nel 2009 per iniziativa del comune di Ladispoli, con l’obiettivo di tutelarla dagli approfittatori, venne interdetta e seguita da un avvocato con le funzioni di tutore, da un’assistente sociale e da una badante.

Il 3 giugno 2010 l’attore e amico Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per la Antonelli, che viveva con appena cinquecento euro al mese di pensione.

L’attrice concesse un’ultima intervista al periodico locale free-press L’Ortica nel marzo del 2012, nella quale diceva di considerare “frivolo e privo di valori il mondo dello spettacolo” oltre che “diseducativo per i giovani”. “Può sembrare paradossale ma un giorno ti guardi allo specchio, vedi che sei bella, ricca e famosa ma ti accorgi che hai un vuoto dentro. Così arrivano scelte sbagliate, cadi nel precipizio e solo grazie alla fede ho superato tante avversità”.

Laura Antonelli morì per un infarto nella sua abitazione di Ladispoli, la mattina del 22 giugno 2015, a 73 anni. Le esequie si tennero il 26 giugno nella chiesa di Santa Maria del Rosario. Fu seppellita nel cimitero cittadino.

Vita privata di Laura Antonelli

A 24 anni Laura Antonelli si sposò con l’antiquario Enrico Piacentini: il matrimonio ebbe breve durata e fu senza figli. Dopo una relazione con l’umorista Mario Marenco, visse un’intensa storia d’amore, durata otto anni (dal 1972 al 1980), con il divo francese, nipote di nonni italiani, Jean-Paul Belmondo.

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