Polizia scientifica
Nel tardo pomeriggio di sabato 7 giugno, Villa Pamphili, uno dei polmoni verdi più amati di Roma, si è trasformato in una scena da incubo. I corpi senza vita di una donna di circa 40 anni e di una bambina di età compresa tra i 6 e i 12 mesi sono stati rinvenuti a circa 200 metri di distanza l’uno dall’altro, suscitando orrore e sconcerto tra i frequentatori del parco. Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, puntano su un possibile duplice omicidio aggravato, con ipotesi che spaziano dallo strangolamento della piccola a una possibile overdose per la donna.
La tragedia è emersa intorno alle 16:30, quando un gruppo di passanti ha notato il corpo di una neonata, priva di vestiti, abbandonato vicino a una siepe nei pressi della Fontana del Giglio, lungo via Leone XIII. Nonostante i tentativi di rianimazione da parte del personale del 118, per la piccola non c’era più nulla da fare. Poche ore dopo, verso le 20:00, una giovane peruviana, parte di un gruppo che giocava a pallavolo, ha fatto una scoperta altrettanto macabra: un sacco nero, nascosto tra gli oleandri vicino a via Olimpica, da cui spuntava un braccio. All’interno, il corpo di una donna in avanzato stato di decomposizione. “Spuntava un braccio, il sinistro, era come ripiegato sulla testa. Era dentro un sacco nero, come l’ho vista ho capito subito che era morta”, ha raccontato la testimone al Corriere della Sera.
Le due vittime, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero una donna e una neonata, probabilmente madre e figlia, originarie dell’Europa dell’Est, forse Romania. Le autorità hanno identificato le vittime grazie a un match fotografico e alla segnalazione di una recente denuncia di scomparsa, anche se le impronte digitali della donna non risultano registrate nelle banche dati. Gli investigatori stanno ancora attendendo i risultati degli esami del DNA per confermare il legame di parentela e l’identità ufficiale. Le due potrebbero aver vissuto in condizioni di estrema precarietà, forse tra i senzatetto che frequentano il parco, utilizzando un giaciglio di fortuna composto da un sacco a pelo, vestiti e pannolini, trovato a circa 100 metri dai corpi.
Le autopsie, anticipate a domenica 8 giugno rispetto alla data inizialmente prevista, hanno fornito i primi indizi. Sul corpo della donna, in avanzato stato di decomposizione, non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza, come ferite da arma da fuoco o da taglio. Gli inquirenti ipotizzano che il decesso possa essere legato a un’overdose di droga o a un’intossicazione, in attesa dei risultati delle analisi tossicologiche, che richiederanno circa 60 giorni. La bambina, invece, presenta traumi alla testa e al viso, oltre a ematomi sotto le unghie, che suggeriscono un possibile strangolamento come causa della morte. Un segno sospetto sulla nuca della piccola potrebbe indicare un colpo ricevuto, ma gli esami istologici sono ancora in corso per chiarire la dinamica. I decessi, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero avvenuti in momenti diversi: la donna sarebbe morta alcune ore, se non giorni, prima della bambina.
La Squadra Mobile di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal sostituto Antonio Verdi, sta seguendo diverse piste. Tra le ipotesi principali, quella di un duplice omicidio avvenuto in un contesto di degrado sociale, forse legato a persone senza fissa dimora o con problemi di tossicodipendenza. Un testimone ha riferito di aver visto un uomo, descritto come originario dell’Europa dell’Est, aggirarsi nel parco con un fagotto in braccio, potenzialmente il corpo della bambina, ma questa testimonianza non ha trovato conferme definitive e la Squadra Mobile l’ha smentita dopo ulteriori verifiche. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza tra via Olimpica e via Aurelia Antica sono al vaglio, insieme ai documenti ritrovati nei cassonetti vicini, nella speranza di ricostruire gli ultimi momenti delle vittime.
Un elemento significativo emerso dalle indagini è la scoperta di un giaciglio di fortuna tra i cespugli, a circa 100 metri dai corpi. Qui sono stati rinvenuti un sacco a pelo, vestiti per adulti e bambini, pannolini e un cuscino, suggerendo che le vittime potessero vivere nel parco da diverse settimane. “Tantissime volte si sentono delle urla anche alle 20:30/21”, ha riferito una dipendente di un bistrot del parco, evidenziando una “vita notturna” nascosta a Villa Pamphili, dove i cancelli rotti consentono accessi anche dopo l’orario di chiusura.
Nonostante i progressi nelle indagini, molti interrogativi rimangono aperti. Perché i corpi erano nudi? Sono stati uccisi nel parco o trasportati lì? Qual è il ruolo dell’uomo ricercato, se confermato? La Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per duplice omicidio aggravato, sta lavorando senza sosta per ricostruire la dinamica degli eventi.
Fonte della Foto: Mow.
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