Attualità

The Fake Birkin Slayer, perché il cacciatore di borse false fa tremare i social?

The Fake Birkin Slayer, l’account Instagram del cacciatore di falsi è il più temuto del momento. Quale identità reale si celi dietro questo nickname, non è noto, ma è ben conosciuta la sua attività: smascherare chi sfoggia una borsa Hermès contraffatta.

Cosa è The Fake Birkin Slayer?

Che una borsa di marca sia molto più di un semplice accessorio, è ormai risaputo. Da sempre le borse della maison francese sono sinonimo di lusso, artigianalità e ineccepibile fattura. Da qualche settimana, l’account @The Fake Birkin Slayer (sebbene abbia una sola foto) semina panico e imbarazzo, puntando il dito contro influencer e personaggi famosi che sfoggiano borse Hermès false. Ma raccontiamo tutto dal principio.

Stiamo parlando di un brand iconico, con alcune creazioni ideate proprio su misura per personaggi leggendari. La Kelly e la Birkin sono borse talmente ambite, che non tutti possono possederne una e, anche chi ci riesce, spesso deve sopportare una lunga lista d’attesa (oltre a, manco a dirlo, pagare cifre considerevoli).

Nonostante questo, sui social questi accessori si vedono spesso al braccio di celebrities digitali o personaggi del mondo della tv. Proprio a loro, in particolare, sembra volersi rivolgere The Fake Birkin Slayer: molti di questi modelli, stando a quanto dichiara, sarebbero infatti falsi. Le accuse non sono per nulla velate, perché nell’account si tagga e si fanno nomi e cognomi.

Al di là della eco mediatica generata da una notizia di questo tipo, c’è molto di più. Non si tratta, infatti, di semplice “superficialità” nello sfoggiare un capo, ma di accendere un vero e proprio dibattito. Secondo il magazine The Cut, ad esempio, dentro il facoltoso entourage di New York è molto facile reperire le repliche e tanti non le disdegnano, perché sono facili da reperire.

Il mercato dei falsi

Dietro lo smascheratore dei falsi, c’è anche la volontà di sensibilizzare in merito al fatto che quella che sembra un’azione semplice, cioè acquistare una copia di qualcosa di firmato, in realtà nasconde un mercato illegale (che in molti casi si basa su sfruttamento e violenza).

Il tutto, poi, si ricollega al fenomeno dei resellers, da sempre contrastato dai brand di lusso. Il CEO di Hermès, Axel Dumas, ha dichiarato alla rivista The Fashion Law che “la maison non crea di proposito una selettività artificiale limitando la reperibilità di alcuni accessori”.

Quindi ha aggiunto: “Ogni venerdì, ad esempio, vengono messi a disposizione in negozio alcuni modelli che è possibile acquistare immediatamente, senza bisogno di mettersi in lista d’attesa. Quello dei resellers che acquistano le borse in negozio per rivenderle ad un prezzo maggiorato, invece, lo riteniamo un meccanismo sbagliato, di cui siamo le prime vittime. Per noi si tratta di un grosso problema perché i clienti rischiano di venire truffati, trovandosi per le mani un prodotto non autentico“.

Potevate immaginare che, partendo da un account di Instagram e dalle borse false, si arrivasse a tutto questo? Gli argomenti in ballo sono tanti – e non da poco. Certo, sarebbe bello sapere qual è la vera identità di The Fake Birkin Slayer, ma ancora non ci è concesso. Quel che è certo, però, è che è stato in grado di accendere i riflettori su tanti fenomeni che, spesso, vengono presi molto alla leggera.

Foto: Depositphotos.com.

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