SOCIAL VIETATI: il BAN per i minori è alle porte | La Premier marcia verso la legge come un carro armato: guai ai genitori disattenti
Ragazze fanno foto con smartphone_(Depositphotos.com)_Donnaclick
Sempre più governi puntano il dito contro i social: cresce l’allarme sull’impatto che hanno su salute mentale, concentrazione e sviluppo dei più giovani.
L’infanzia sotto attacco, e non da nemici invisibili. Sono gli schermi, i feed infiniti e gli algoritmi personalizzati a costituire, oggi, il primo campo di battaglia per la salute mentale di milioni di bambini e adolescenti. Una guerra silenziosa che si combatte ogni giorno nelle camerette, nelle scuole e perfino nei pranzi in famiglia, con lo smartphone sempre acceso.
L’esposizione precoce ai social media è diventata un’emergenza globale. Non è più questione di tempo sprecato, ma di un’intera generazione che cresce tra ansia, depressione e dipendenza da like e notifiche. I numeri parlano chiaro: mai così tanti giovanissimi segnalano difficoltà a concentrarsi, a leggere, a vivere relazioni sane.
Intanto, si moltiplicano i segnali di allarme anche da parte di educatori, medici, psicologi e insegnanti. C’è chi parla apertamente di “furto dell’infanzia”, con bambini bombardati da contenuti che non sono in grado di gestire, né emotivamente né cognitivamente. E i genitori? Spesso ignari o, peggio, distratti.
In questo contesto, alcuni Paesi stanno alzando il muro. Non più solo campagne di sensibilizzazione, ma vere e proprie misure legislative. Il modello? Una linea dura, che parte da un principio semplice: i social non sono luoghi sicuri per chi ha meno di 15 anni.
Social, stop under 16: la stretta parte da Australia e Norvegia
Australia e Norvegia hanno già lanciato segnali forti. Il governo australiano ha approvato una legge che vieta l’iscrizione ai social per gli under 16, anche se ancora mancano dettagli tecnici per renderla davvero efficace. Il nodo centrale resta lo stesso: come verificare l’età degli utenti senza invadere la privacy?
Anche la Norvegia ha proposto di alzare l’età minima da 13 a 15 anni, ammettendo che sarà una battaglia complicata. Il principio è chiaro: proteggere i bambini dalla manipolazione algoritmica e da contenuti tossici. Il problema, però, è universale e riguarda ogni angolo d’Europa e del mondo.

Anche in Danimarca social vietati agli under 15
Anche la premier danese Mette Frederiksen ha annunciato in Parlamento l’intenzione di vietare l’uso dei social media ai minori di 15 anni. Le sue parole sono state durissime: “Abbiamo scatenato un mostro. Mai così tanti giovani con ansia e depressione. Gli smartphone hanno rubato l’infanzia ai nostri figli“.
Il percorso legislativo è ancora da definire, ma l’intenzione è chiara e il tono è quello di chi non accetta compromessi. La registrazione ai social sarà possibile dai 13 anni solo con il consenso dei genitori. Per il resto, la linea è netta. Le piattaforme sono avvisate e anche i genitori distratti. Non ci sarà più spazio per chi si gira dall’altra parte.
