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Phubbing, cos’è e cosa bisogna fare per evitarlo?

Phubbing, cioè quella (brutta) abitudine di snobbare le persone che abbiamo intorno, per controllare lo smartphone. Molti di noi potrebbero essere artefici di questo tipo di comportamento o, al contrario, potrebbero averlo subito. Quel che è certo, è che si tratta di qualcosa che ha un forte impatto sulle relazioni e la quotidianità. Scopriamo perché e, soprattutto, come intervenire quando avviene.

Cos’è il phubbing?

Come molte altre parole entrate a far parte della nostra vita soltanto in tempi recenti, anche phubbing è un esempio di neologismo, che nasce dall’incontro di “phone” e “snobbing“. Secondo il celebre dizionario Macquarie, si tratta dell’atto di “snobbare qualcuno in un contesto sociale, guardando il telefono, invece di prestare attenzione”. Al di là delle definizioni è, purtroppo, un comportamento che conosciamo bene.

In un primo momento, ci si faceva meno caso, perché ancora la tecnologia non aveva la portata e la diffusione che ha adesso. Oggi, però, gli smartphone sono diventati un po’ troppo invadenti e, per questo motivo, finiscono a volte per attirare tutta l’attenzione su di sé. Uno studio del 2012 dell’Università dell’Essex, nel Regno Unito, aveva già messo in evidenza che le persone trovavano più difficile stabilire relazioni di buona qualità con gli altri, in presenza di un telefono cellulare. Un effetto amplificato, quando si chiedeva di discutere un argomento personalmente significativo.

Uno studio più recente, datato 2021, ha riportato che coloro che ricevono il phubbing si sentono meno soddisfatti delle loro interazioni sociali, si fidano meno del loro partner di interazione e possono provare gelosia e un umore negativo. Ancora, questa dinamica può anche aumentare la percezione di solitudine: chi è più empatico, è più vulnerabile nei confronti di questo effetto.

Perché avviene, come si contrasta?

Questa pratica è diventata talmente comune, da essere quasi accettabile, ma non bisogna dimenticare che la dipendenza da smartphone è un problema reale. Il phubbing casuale non è un problema, ma cosa fare quando diventa qualcosa di troppo difficile da gestire? Uno dei principali fattori che influiscono sull’uso eccessivo dello smartphone è la cosiddetta “FOMO“, cioè la paura di perdere qualcosa.

La necessità di stare al passo con ciò che accade sui nostri social potrebbe spingerci a dare la priorità al controllo dei nostri telefoni, piuttosto che all’interazione con le persone intorno a noi.

Fare phubbing è inoltre sintomo di una scarsa intelligenza sociale. L’intelligenza sociale è la capacità di relazionarsi con gli altri in maniera costruttiva e di comprenderne la situazione: la buona notizia è che si tratta di qualità che possiamo imparare, attraverso l’esperienza, l’ascolto attivo o una riflessione sugli errori compiuti o osservati negli altri. Aumentare la capacità di empatizzare e stare con gli altri, dunque, dovrebbe anche diminuire la spinta a distrarsi, cercando rifugio nello smarthphone.

Aumentando la capacità di stare con gli altri in modo positivo ed empatizzare con le loro emozioni dovrebbe diminuire anche la spinta a distrarsi, cercando rifugio altrove, in relazioni e mondi fittizi.

Foto: Depositphotos.com.

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