Ufficiale: in PENSIONE a 57 anni con 5 anni di contributi, l’INPS conferma l’agevolazione | Finalmente il sussidio per chi lavora poco

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Pensione anticipata INPS_Donnaclick

Pensionata_Donnaclick (Depositphotos.com)

Un aiuto concreto per chi ha dedicato la vita alla cura della casa: finalmente qualcosa si muove nella giungla dei diritti mancati.

Per anni il lavoro domestico è stato il grande escluso dalle tutele previdenziali. Un’attività essenziale per l’equilibrio delle famiglie italiane, ma troppo spesso invisibile agli occhi delle istituzioni. Ora qualcosa sta cambiando, e il cambiamento ha il sapore di una piccola, ma significativa, conquista.

Chi si occupa ogni giorno della casa, dei figli, degli anziani o dei disabili senza percepire un euro di stipendio sa bene cosa significhi vivere senza una rete di protezione. Nessuna busta paga, nessuna tredicesima, nessun TFR. Solo fatica e responsabilità. E alla fine, nemmeno una pensione.

Nonostante l’economia domestica valga, secondo le stime Istat, oltre 700 miliardi di euro l’anno — circa il 40% del PIL — il nostro ordinamento ha sempre stentato a riconoscere un valore previdenziale a questo lavoro. Le parole ci sono, ma i fatti sono sempre stati pochi e frammentati.

Negli ultimi anni si è parlato spesso di un “bonus casalinghe”, generando confusione. In realtà, non esiste un sussidio universale per chi si dedica alla cura della casa. Tuttavia, esistono alcune misure che rappresentano un primo passo verso un vero riconoscimento economico e sociale di questo impegno.

Lavoro domestico: tra invisibilità e diritti negati

Una di queste misure è l’assegno sociale, destinato agli over 67 con redditi molto bassi. Poi c’è l’Assegno di Inclusione, pensato per i nuclei familiari fragili. Infine, alcune Regioni offrono corsi e incentivi per chi vuole reinserirsi nel mercato del lavoro dopo anni in casa.

Nessuna di queste soluzioni garantiva finora una vera pensione, nessuna offriva la possibilità di maturare una rendita a lungo termine senza aver avuto un impiego retribuito. Eppure, una strada esiste. È poco conosciuta, ma oggi riceve nuova attenzione grazie alla conferma dell’INPS.

Pensione anticipata INPS_Donnaclick
Documento INPS_Donnaclick (Depositphotos.com)

La novità: pensione a 57 anni con 5 anni di contributi

La notizia è ufficiale: si può andare in pensione a 57 anni con soli 5 anni di contributi. L’INPS ha confermato questa agevolazione, riservata a chi aderisce al Fondo di Previdenza volontaria per casalinghe e casalinghi. È una possibilità reale, anche per chi non ha mai svolto un lavoro formale, ma ha dedicato la vita alla cura del proprio nucleo familiare.

Il fondo, attivo dal 1996, permette di versare anche piccoli importi annuali per costruirsi una pensione. Bastano 5 anni di contribuzione (pari a circa 309,84 euro l’anno) per avere diritto alla pensione di vecchiaia a partire dai 57 anni, se l’assegno raggiunge un importo minimo previsto. In alternativa, il diritto matura a 65 anni, anche senza soglia minima. Questa misura rappresenta, ad oggi, l’unica vera forma di previdenza accessibile a chi lavora in casa, senza stipendio e senza contributi obbligatori. Non è un bonus immediato, ma una possibilità concreta di riscatto e dignità, che merita di essere conosciuta e utilizzata.