Ma quale 68 anni, in pensione ci andate a 56 anni: la misura nuovissima di zecca che nessuno conosce ancora
Coppia di pensionati_Donnaclick
Il sistema pensionistico italiano potrebbe riservare delle sorprese inaspettate, ma solo per chi conosce le regole meno pubblicizzate.
Quando si parla di pensione, l’immaginario collettivo si ferma spesso al traguardo dei 67 o 68 anni. Un’età che, per molti, sembra sempre più lontana e faticosa da raggiungere, ma le regole previdenziali, a volte, nascondono percorsi alternativi.
Negli ultimi anni, tra riforme e misure straordinarie, sono emerse diverse opzioni di uscita anticipata dal mondo del lavoro. Quota 100, Opzione Donna, Ape Sociale: nomi noti, con criteri ben precisi e spesso discussi anche in ambito politico e sindacale.
Accanto a questi strumenti più noti, esistono soluzioni di nicchia che possono fare davvero la differenza per chi si trova in determinate condizioni. Misure poco conosciute, ma con un impatto potenzialmente enorme sulla vita delle persone.
Proprio in questo contesto si inserisce una possibilità poco pubblicizzata, ma che in realtà è già attiva e regolata dall’INPS. Non è una novità assoluta, ma è talmente poco conosciuta che per molti rappresenta una vera scoperta.
Una pensione a 56 anni? Sì, ma non per tutti
Si chiama pensione di vecchiaia anticipata per invalidità e consente, in alcuni casi, di andare in pensione a soli 56 anni per le donne e 61 per gli uomini. La misura è destinata esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria INPS o a fondi sostitutivi.
Per accedere servono almeno 20 anni di contributi, con parte versati prima del 1° gennaio 1996. Ma il requisito fondamentale è il riconoscimento di un’invalidità pensionabile pari almeno all’80%. L’invalidità va accertata dall’INPS tramite visita medica, anche se si è già stati riconosciuti invalidi a livello civile.

Chi ne ha diritto davvero e come funziona
La misura esclude del tutto i lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici. Inoltre, anche per chi rientra nei parametri, l’accesso alla pensione non è automatico: serve il riconoscimento ufficiale dell’invalidità prima del compimento dell’età prevista. Altrimenti, la decorrenza slitta.
Se l’INPS certifica che l’invalidità è precedente al compimento dei 56 o 61 anni, la pensione parte dal mese successivo al raggiungimento dell’età. Se invece l’invalidità viene riconosciuta dopo, la decorrenza parte dal momento dell’accertamento. In ogni caso, è una via che può cambiare la vita a chi vive con una condizione di salute compromessa.
