Partita iva, arrivata la svolta: “Le tasse non le pagate più” | La rivincita dopo anni
Partita IVA senza contributi INPS? Possibile in pochi casi specifici. Ecco chi ha diritto all’esonero e come richiederlo.
Imprenditore
Aprire una partita IVA senza versare contributi INPS è possibile, ma solo in specifici casi previsti dalla legge.
Quando si avvia un’attività in proprio, la voce più pesante nelle spese iniziali, oltre alle tasse, sono i contributi previdenziali da versare all’INPS o alla cassa di categoria. Questi versamenti sono fondamentali per costruire la futura pensione, ma rappresentano un onere significativo, specialmente nei primi mesi di attività, quando i ricavi sono spesso incerti. Esistono, tuttavia, situazioni ben definite in cui un lavoratore autonomo può legalmente evitare il pagamento dei contributi. Non si tratta di scorciatoie fiscali, ma di agevolazioni previste dalla normativa italiana e applicabili solo a chi rientra in precisi requisiti.
Per capire chi può beneficiare dell’esonero, è necessario distinguere le varie categorie di lavoratori con partita IVA. Gli imprenditori e gli artigiani devono iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, mentre i professionisti con albo hanno la propria cassa previdenziale. I professionisti senza albo, invece, devono iscriversi alla Gestione Separata INPS. L’esonero contributivo riguarda casi specifici, come ad esempio i lavoratori autonomi con attività commerciale o artigianale che siano anche dipendenti full time, i professionisti senza reddito e quelli che rientrano in Italia da un Paese con accordi previdenziali.
Il primo caso di esonero riguarda i lavoratori dipendenti full time che decidono di aprire una partita IVA per un’attività secondaria. In questo scenario, i contributi previdenziali sono già versati dal datore di lavoro per l’attività principale, motivo per cui non si applica un ulteriore obbligo per la nuova attività. L’agevolazione, tuttavia, non è automatica: occorre presentare un’istanza all’INPS e dimostrare di avere un contratto a tempo pieno. In casi eccezionali, anche un part-time di almeno 38 ore settimanali può dare diritto all’esenzione, ma la decisione spetta alle sedi territoriali dell’ente.
Il secondo scenario riguarda i professionisti senza albo che non generano reddito nell’anno di riferimento. La Gestione Separata INPS, a differenza di altre casse, calcola i contributi solo in base al reddito effettivamente prodotto. Questo significa che, se il fatturato è pari a zero, non è dovuto alcun versamento. Questa condizione, seppur poco vantaggiosa sul piano economico per il professionista, evita l’onere di contributi fissi. Può capitare, ad esempio, nei periodi iniziali di un’attività o durante pause lavorative forzate.
Accordi internazionali e altri casi di esonero
Il terzo caso riguarda i professionisti che rientrano in Italia dopo aver lavorato in Paesi con i quali esistono accordi previdenziali bilaterali. In questi casi, la legge può consentire di proseguire i versamenti nella cassa estera anziché all’INPS, evitando così la doppia contribuzione. Questo meccanismo è complesso e richiede la verifica puntuale dell’accordo internazionale in vigore, oltre alla dimostrazione di aver maturato periodi contributivi all’estero. Non è una strada aperta a tutti, ma per chi ne ha diritto può rappresentare un importante risparmio.
Va sottolineato che l’esonero dai contributi non implica l’esenzione dagli obblighi fiscali. Chi apre una partita IVA dovrà comunque emettere fatture, dichiarare i redditi e pagare le imposte dovute. Inoltre, rinunciare al versamento dei contributi significa anche non accumulare anzianità previdenziale in Italia per quel periodo, con possibili ripercussioni sulla pensione futura. È quindi una scelta da valutare attentamente, preferibilmente con l’assistenza di un consulente del lavoro o di un commercialista.

Come richiedere l’esonero e quali documenti servono
Per ottenere l’esonero, il primo passo è inoltrare una domanda ufficiale all’INPS, allegando la documentazione che attesti il diritto alla misura. Nel caso dei dipendenti full time, occorre presentare il contratto di lavoro e un’autocertificazione sull’orario settimanale. Per chi rientra dall’estero, sono necessari i certificati previdenziali rilasciati dal Paese in cui sono stati versati i contributi, oltre a eventuali moduli specifici previsti dall’accordo bilaterale. Le richieste possono essere inviate online tramite il portale INPS o attraverso i patronati.
Quindi, aprire una partita IVA senza pagare i contributi INPS è possibile solo in casi limitati e chiaramente regolamentati. Queste eccezioni sono pensate per evitare la doppia contribuzione o per non gravare ulteriormente su chi ha già una copertura previdenziale. È fondamentale, però, agire sempre nel rispetto delle norme e informarsi presso fonti ufficiali per evitare errori che potrebbero comportare sanzioni. La conoscenza di queste opportunità può fare la differenza, soprattutto per chi vuole avviare un’attività riducendo al minimo i costi iniziali.
