Orrore in Campania, apre la mozzarella di bufala e scopre la ‘magagna’: non c’è dentro quello che pensate
Mozzarella di bufala campana su un tagliere_Donnaclick
Orrore in Campania, apre la mozzarella di bufala e scopre la ‘magagna’: non c’è dentro quello che pensate.
La mozzarella di bufala campana è un’icona gastronomica, che rappresenta l’eccellenza del Made in Italy. Ogni morso è un tuffo nella tradizione, nella qualità e nel gusto autentico del Sud, ma quando qualcosa non torna, anche il prodotto più amato può trasformarsi in una fonte di preoccupazione.
È quanto accaduto recentemente a una consumatrice campana che, aprendo una confezione di mozzarella apparentemente perfetta, ha notato un dettaglio inquietante. Non si trattava del gusto, né dell’aspetto del prodotto. Il problema era un altro. Invisibile a prima vista, ma potenzialmente rischioso per tutti.
La vicenda ha subito fatto il giro dei social, scatenando polemiche e preoccupazione tra i consumatori. C’è chi ha parlato di truffa, chi ha invocato più controlli e chi ha giurato di non acquistare più mozzarella al supermercato. In realtà, non si è trattato di un caso isolato, ma di un errore formale.
L’episodio, che ha coinvolto un prodotto certificato DOP, ha messo in luce quanto anche i sistemi di etichettatura possano rappresentare un punto debole nella filiera alimentare. E quando si parla di prodotti freschi, ogni dettaglio conta.
Scandalo nella terra della bufala
Il Ministero della Salute ha infatti segnalato il richiamo di un lotto di Mozzarella di Bufala Campana DOP a marchio Cilento, prodotta nello stabilimento di Cellole, in provincia di Caserta. Il motivo? Sull’etichetta compariva una data di scadenza errata: 09/07/2026 al posto della reale, 09/07/2025.
L’errore riguarda il lotto L160, venduto in confezioni da 125 grammi. L’azienda ha raccomandato di non consumare il prodotto oltre la data corretta del 2025, per evitare problemi legati alla sicurezza alimentare. Chi è in possesso della confezione può restituirla presso il punto vendita.

Etichette sbagliate, rischi reali: quando l’errore costa caro
Questo tipo di errore, sebbene non riguardi direttamente la qualità del prodotto, può generare confusione e mettere a rischio la salute. Un consumatore disattento potrebbe fidarsi della data sbagliata, conservando la mozzarella per un anno in più del dovuto.
Dal 1° gennaio 2025, Il Fatto Alimentare ha segnalato ben 115 richiami, per un totale di oltre 300 prodotti coinvolti. Una statistica che fa riflettere sull’importanza della trasparenza, dei controlli e della responsabilità nella filiera agroalimentare italiana. La qualità non basta: serve anche precisione.
