Oggi è il giorno che nessun genitore vorrebbe mai vivere. Alle 15 (ora italiana) di giovedì 9 novembre, le macchine che tengono in vita Indi Gregory, neonata inglese di soli otto mesi affetta da una rara e incurabile patologia mitocondriale, verranno spente. I giudici inglesi hanno deciso: la piccola Indi deve morire.
Per loro continuare a tenerla in vita artificialmente sarebbe solo un’inutile ostinazione. Ma i genitori non ci stanno. Dean Gregory, 37 anni, e Claire Staniforth, 35 anni, hanno lottato fino all’ultimo per salvare la loro bambina, chiedendo anche la cittadinanza italiana nella speranza di poterla trasferire al Bambino Gesù di Roma, dove i medici si erano detti disponibili a continuarne le cure. Ma tutti i loro tentativi si sono rivelati vani. L’Alta Corte di Londra ha emesso il verdetto definitivo: Indi non lascerà il Regno Unito e alle 15 di oggi il suo supporto vitale verrà staccato. I giudici hanno anche negato ai genitori il diritto di portare la bimba a casa prima della sua morte, imponendo il trasferimento in un hospice come “luogo più adeguato per l’addio”.
“Sono orgoglioso che mia figlia sia italiana, grazie di cuore al vostro governo, al vostro ospedale, al vostro popolo, vorrei che anche i politici britannici la pensassero così”, ha detto Dean Gregory in un’intervista, ringraziando l’Italia per aver concesso la cittadinanza lampo alla piccola. Ma la cittadinanza italiana non è bastata a fermare la drammatica decisione dei giudici d’Oltremanica. Secondo loro, trasferire Indi in Italia non avrebbe alcun beneficio dal punto di vista medico e causerebbe solo ulteriore sofferenza alla bambina.
I genitori però non demordono e annunciano nuovi ricorsi last minute. “Indi risponde agli stimoli, muove le braccia, sorride”, dicono, convinti che ci siano ancora speranze di salvarla. Ora si profilano i contorni di un vero e proprio “conflitto di giurisdizione” tra Italia e Regno Unito, con la concessione lampo della cittadinanza italiana che potrebbe offrire un piccolo spiraglio legale per guadagnare tempo e presentare nuovi ricorsi.
Intanto il tempo stringe e oggi pomeriggio, quando in Italia saranno le 15, una vita che sta tanto a cuore a mamma e papà rischia di spegnersi per sempre. Le macchine di Indi verranno staccate e il suo delicato cuoricino smetterà di battere. A meno di un miracolo dell’ultimo minuto.
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