IMU, “Dovete pagarlo anche sulla prima casa”: italiani non c’è scampo | Cacciate una cifra esorbitante

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Italiani pronti a una nuova stangata sulla casa, con regole che confondono e costi che lievitano.

Ogni anno, il pagamento dell’IMU genera dubbi, polemiche e malumori. Nel 2025, la situazione non è cambiata: il calendario fiscale ha già segnato la scadenza per la prima rata dell’Imposta Municipale Unica, ma dietro le sigle e i numeri si nasconde una verità che molti ignorano.

Molti italiani pensano di essere al riparo grazie all’abolizione dell’IMU sulla prima casa, ma la realtà è più sfumata. Le regole ci sono, ma tra deroghe e cavilli, capire chi deve pagare e quanto diventa ogni anno più complicato. E chi sbaglia o dimentica, rischia sanzioni salate.

L’illusione di un’esenzione generalizzata viene smentita dai fatti. Se è vero che gran parte delle abitazioni principali non è soggetta all’imposta, esistono categorie che restano escluse dal beneficio. E il confine tra esente e imponibile non è sempre così evidente.

Basta infatti una categoria catastale particolare per far saltare l’esenzione. Alcune case, pur essendo “prime case”, vengono considerate di lusso secondo i criteri fiscali, e su queste l’IMU si paga. Senza eccezioni.

IMU 2025, nessuno scampo per le prime case di lusso

Nonostante il concetto di “prima casa” faccia pensare a un’esenzione automatica, molti italiani dovranno pagare comunque l’IMU nel 2025. Chi possiede abitazioni classificate come A/1, A/8 o A/9 sarà costretto a versare una cifra esorbitante, calcolata in base alla rendita catastale rivalutata e alle aliquote decise dal Comune. Si tratta di ville, palazzi storici o immobili di pregio: case che, pur essendo residenza principale, vengono considerate beni di lusso e quindi escluse dall’agevolazione. Per loro, l’IMU è obbligatoria, anche se con aliquota ridotta e una detrazione di 200 euro.

Garage, cantine, depositi: se rientrano in una delle tre categorie catastali previste (C2, C6, C7) possono essere esentati, ma solo fino a un massimo di tre unità. Superato quel limite, il fisco torna a bussare alla porta.

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Casetta con la scritta IMU su banconote_Donnaclick

Niente sconti per chi ha doppia residenza o affitta

La Corte di Cassazione è intervenuta sul caso delle doppie residenze. Coniugi che vivono in due immobili diversi, ma appartenenti allo stesso nucleo familiare, ora possono beneficiare dell’agevolazione su entrambe le abitazioni. Una svolta che cambia gli equilibri e riduce il carico fiscale in situazioni finora penalizzate.

Se la prima casa è data in locazione, la nuova IMU resta comunque interamente a carico del proprietario. L’inquilino non paga nulla, ma chi detiene la nuda proprietà deve comunque mettere mano al portafogli. Il cambio normativo ha eliminato la TASI, ma non l’imposta. Per chi rientra nelle categorie colpite, nessuna scappatoia. Nemmeno l’affitto salva dalla tassa, e per molti proprietari il bollettino IMU sarà un’amara sorpresa.