Divorzio addio, da oggi ve lo potete dimenticare: no, non siamo tornati nel 1800, siamo sempre nel 2025

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Cassazione 2025: accordi economici tra coniugi in vista di separazione o divorzio diventano legittimi. Fine di un tabù giuridico in Italia.

Interno dell’aula della Corte di Cassazione con giudici in toga durante un’udienza

Corte di Cassazione - www.donnaclick.it

Una storica sentenza della Cassazione cambia per sempre il diritto di famiglia italiano: gli accordi economici tra coniugi in vista di separazione o divorzio diventano legittimi.

Per decenni, nel nostro ordinamento è rimasta ferma una regola non scritta ma implacabile: nessun accordo preventivo tra marito e moglie, stipulato pensando a una futura crisi coniugale, poteva avere valore legale. I giudici lo consideravano nullo per “illiceità della causa”. La preoccupazione era chiara: ammettere simili patti avrebbe potuto incentivare la fine dei matrimoni, rendendo la separazione una scelta più semplice e, secondo alcuni, persino “programmata”.

Questa logica è stata radicalmente ribaltata con l’ordinanza n. 20415 del 21 luglio 2025. La Cassazione ha stabilito che tali accordi sono pienamente legittimi, anche se firmati durante il matrimonio. I giudici hanno riconosciuto che la famiglia, oggi, non è più una “istituzione superiore” a cui sacrificare ogni libertà individuale, ma un’unione tra persone libere, consapevoli e responsabili delle proprie scelte.

La svolta segna un cambiamento epocale: i coniugi acquisiscono il diritto di autodeterminarsi anche sul piano patrimoniale. Potranno definire, in fase di accordo legale per il divorzio, in anticipo la divisione dei beni, evitando battaglie legali lunghe e costose. In un contesto in cui le separazioni sono sempre più frequenti, si tratta di uno strumento che promette di ridurre tensioni e conflitti.

Sul piano tecnico, la Cassazione ha qualificato questi patti come “contratti atipici con condizione sospensiva lecita”. Grazie all’art. 1322 del Codice Civile, i cittadini possono stipulare contratti diversi da quelli espressamente previsti dalla legge, se rispondono a interessi meritevoli di tutela. Prevenire liti economiche future è stato considerato un obiettivo pienamente legittimo.

Il caso concreto di divorzio che ha cambiato tutto

La decisione della Cassazione prende le mosse da un caso reale: una donna aveva investito denaro personale per migliorare un immobile intestato solo al marito. Per tutelarsi, i due avevano firmato un accordo in cui il marito riconosceva il debito e si impegnava, in caso di separazione, a trasferirle alcuni beni.

Questo accordo, equilibrato e reciproco, ha convinto i giudici che non si trattasse di un tentativo di “mercanteggiare” sul matrimonio, ma di un atto di tutela reciproca. L’equità delle clausole ha avuto un peso determinante: il patto prevedeva vantaggi per entrambi i coniugi e non favoriva solo una delle parti.

Mani di due persone che firmano un accordo legale in uno studio
Accordo legale – www.donnaclick.it

Più libertà ma anche più responsabilità

Oltre agli aspetti economici per regolare il divorzio, questi patti potrebbero includere intese su affidamento dei figli, tempi di visita e uso della casa coniugale. Restano fermi i limiti sui diritti indisponibili: il benessere dei minori continuerà a essere vigilato dal giudice.

Gli esperti parlano già di “patto prematrimoniale all’italiana”, anche se viene firmato dopo il matrimonio. Come in altri Paesi europei, lo scopo è dare strumenti concreti alle coppie per prevenire conflitti e proteggere gli interessi di entrambe le parti. In un’Italia in cui oltre la metà dei matrimoni si conclude con una separazione, questa è una riforma di civiltà.