Caricabatterie dello smartphone, c’è una ‘bomba’ al suo interno: fate attenzione
Il caricabatterie lasciato attaccato e i dispositivi in standby consumano energia anche a riposo. Un fenomeno diffuso che pesa sulle bollette degli italiani.
Presa per ricaricare lo smartphone.
Lo lasci sempre attaccato alla presa: sembra innocuo, ma in realtà consuma tantissima energia e fa lievitare la bolletta.
Molti italiani hanno l’abitudine di lasciare il caricabatterie del telefono inserito alla presa di corrente anche quando non è collegato ad alcun dispositivo. È un gesto automatico, quasi inconsapevole, che sembra innocuo. In realtà, questa pratica ha un impatto diretto sulla bolletta elettrica. Diversi studi hanno dimostrato che i caricabatterie e gli alimentatori continuano a consumare energia anche a riposo, producendo quello che gli esperti chiamano “consumo fantasma”. Secondo le stime dell’ENEA, questo comportamento può incidere fino al 10% della spesa elettrica di una famiglia in un anno.
Il consumo di un singolo caricabatterie lasciato attaccato sembra minimo, ma il problema nasce quando in casa si accumulano più dispositivi. Computer, console di gioco, TV, modem e persino macchinette del caffè restano spesso collegati alla rete elettrica 24 ore su 24. Questo insieme di piccoli consumi silenziosi, sommati nell’arco dell’anno, genera uno spreco significativo di energia. Oltre alla spesa economica, il fenomeno ha anche un impatto ambientale. Ridurre i consumi inutili significa diminuire le emissioni di anidride carbonica legate alla produzione di energia elettrica.
Gli esperti sottolineano che il caricabatterie dello smartphone non è l’unico responsabile. Anche dispositivi apparentemente “spenti” ma collegati alla corrente consumano energia. Un esempio sono le televisioni in standby o i decoder con la spia rossa accesa. In gergo tecnico si parla di “standby power”: una quantità di elettricità assorbita continuamente, anche se il dispositivo non è in uso. A livello europeo, si calcola che i consumi da standby equivalgano a una centrale elettrica di medie dimensioni attiva tutto l’anno.
Per comprendere meglio, basti pensare che un caricabatterie lasciato attaccato consuma in media tra 0,5 e 1 watt all’ora. Può sembrare poco, ma nell’arco di 365 giorni fa la differenza. Se si moltiplica questo valore per milioni di famiglie, l’impatto complessivo diventa enorme, nonché un vero fulmine a ciel sereno per chi apre inconsapevolmente la bolletta. Si stima che i “consumi fantasma” pesino per circa 150 kWh l’anno per una famiglia media. Questo corrisponde a oltre 40 euro di spesa solo per l’energia non utilizzata. Un dato che dovrebbe far riflettere su quanto sia importante adottare comportamenti più consapevoli.
I consumi invisibili nelle case italiane
Gli elettrodomestici moderni sono dotati di funzioni smart e collegamenti wireless che, se da un lato migliorano la comodità d’uso, dall’altro mantengono un consumo costante. Router Wi-Fi, smart speaker, televisori connessi e dispositivi domotici non si spengono mai del tutto. Anche quando non vengono usati, continuano ad assorbire energia. Questo fenomeno viene definito anche “vampirizzazione elettrica” e rappresenta una quota non trascurabile della bolletta. In un’epoca in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati, eliminare questi sprechi può diventare una strategia concreta di risparmio.
Le autorità per l’energia e diverse associazioni dei consumatori invitano a non sottovalutare la questione. Una buona pratica consiste nell’utilizzare ciabatte multipresa con interruttore: in questo modo, basta spegnere l’interruttore per azzerare i consumi di più dispositivi contemporaneamente. Un’altra soluzione pratica è quella di abituarsi a staccare fisicamente i caricabatterie e gli elettrodomestici quando non servono. Può sembrare un gesto piccolo e scomodo, ma a lungo termine rappresenta una scelta intelligente, capace di alleggerire la bolletta e ridurre lo spreco energetico.

Come ridurre il consumo fantasma
Ridurre i consumi inutili è possibile con piccoli accorgimenti quotidiani. Oltre a scollegare i caricabatterie e spegnere le ciabatte, esistono soluzioni tecnologiche più avanzate. Alcuni produttori hanno introdotto prese intelligenti controllabili da smartphone, che permettono di programmare accensioni e spegnimenti. Anche scegliere dispositivi con certificazioni energetiche elevate aiuta a limitare gli sprechi. L’informazione gioca un ruolo fondamentale: conoscere il fenomeno significa diventare consumatori più consapevoli e responsabili.
In un periodo storico caratterizzato dall’aumento dei prezzi dell’energia e dall’urgenza della transizione ecologica, ridurre i “consumi fantasma” è un obiettivo alla portata di tutti. Non si tratta solo di risparmiare sulla bolletta, ma di contribuire a un modello più sostenibile. Staccare il caricabatterie dalla presa o spegnere un elettrodomestico in standby può sembrare un gesto insignificante, ma se milioni di persone lo facessero, il risparmio energetico sarebbe immenso. La lotta agli sprechi parte dalle case di ciascuno di noi.
