Neonati sepolti, al via il processo a Chiara Petrolini, la prima richiesta
Al via a Parma il processo a Chiara Petrolini, accusata di duplice omicidio dei figli neonati. Disposta perizia psichiatrica per chiarire la sua capacità mentale.

Chiara Petrolini
Oggi, lunedì 30 giugno, la Corte d’Assise di Parma, presieduta dal giudice Alessandro Conti, ha dato il via al processo a carico di Chiara Petrolini, la giovane studentessa di 22 anni accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione di cadavere dei suoi due figli neonati. I corpi dei piccoli, partoriti nel 2023 e nel 2024, sono stati ritrovati sepolti nel giardino della villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo, in Emilia.
La prima udienza si è conclusa con una decisione significativa: la Corte ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere di Chiara all’epoca dei fatti e la sua eventuale pericolosità sociale.
L’arrivo in tribunale e l’atmosfera carica di emozione
Chiara Petrolini, che compirà 22 anni a luglio, è arrivata in tribunale con oltre un’ora di anticipo, scortata da una vettura dei carabinieri. Attualmente agli arresti domiciliari nella stessa villetta dove si presume siano avvenuti i fatti, la giovane è apparsa in aula sotto gli occhi attenti dei presenti. Fuori dal palazzo di giustizia, i genitori di Chiara sono stati accolti da un gruppo di amici con abbracci. In aula era presente anche Samuel Granelli, l’ex fidanzato di Chiara e padre dei due neonati, accompagnato dal suo avvocato, Monica Moschioni. Granelli, costituito parte civile insieme ai suoi genitori, ha scelto di essere presente per “raggiungere la verità dei fatti”, come dichiarato dal suo legale.
La richiesta di perizia psichiatrica
La difesa di Chiara, rappresentata dall’avvocato Nicola Tria, ha posto al centro del dibattito la necessità di comprendere lo stato mentale della giovane. “La domanda principale cui questo processo deve rispondere non è cosa ha fatto, ma chi sia Chiara Petrolini”, ha dichiarato il legale, sottolineando l’obiettivo di “comprendere i comportamenti di Chiara nel periodo che ha preceduto gli eventi”. La Corte ha accolto la richiesta, disponendo una perizia psichiatrica che sarà affidata a esperti nominati fuori udienza. L’incarico sarà conferito il 15 settembre prossimo, quando saranno ascoltati anche i primi testimoni. La consulenza di parte della difesa ha già suggerito una condizione psicologica che avrebbe reso Chiara “incapace di intendere”, parlando addirittura di una possibile “gravidanza negata”.

Le parole della difesa: un enigma psicologico
Commentando la decisione della Corte, l’avvocato Tria ha spiegato: “Quello che è accaduto può trovare spiegazione solo se andiamo a indagare nella mente di Chiara Petrolini, perché se usiamo gli strumenti della logica e della razionalità la spiegazione non la troviamo”. Il legale ha evidenziato un dato sconcertante: “Non c’erano segni visibili della gravidanza”. Nessuno, né i familiari né l’ex fidanzato, avrebbe sospettato delle gravidanze di Chiara, un elemento che rende la vicenda ancora più complessa. La consulenza psichiatrica della difesa punta a dimostrare che la giovane non era pienamente consapevole delle sue azioni, un aspetto che potrebbe influire sull’esito del processo.
Il punto di vista dell’accusa
La pubblica ministera Francesca Arienti, pur non opponendosi alla richiesta di perizia, ha espresso perplessità sulla sua necessità immediata. Secondo l’accusa, non emergono dalla cartella clinica di Chiara elementi psichiatrici o psicologici che suggeriscano un disturbo mentale. La Procura di Parma, rappresentata anche dal pm Alfonso D’Avino, aveva precedentemente sostenuto che Chiara avesse un “disegno” premeditato per sopprimere i neonati, un’ipotesi che ha portato alla richiesta, respinta, di custodia cautelare in carcere. La Corte di Cassazione ha confermato gli arresti domiciliari, ritenendo i reati “irripetibili”.
Il dolore dell’ex fidanzato
Samuel Granelli, presente in aula, affronta il processo con grande sofferenza. Il suo avvocato, Monica Moschioni, ha dichiarato: “A Samuel interessa sapere chi è Chiara, ma soprattutto perché lo ha fatto: è la sua necessità”. Granelli, che non sospettava delle gravidanze, era inizialmente “sconvolto” e aveva difeso Chiara, incredulo che potesse essere responsabile. “Samuel conosceva una Chiara prima dei fatti, con cui ha avuto una relazione come può avere un ragazzo di 21 anni”, ha aggiunto Moschioni. Alla domanda se avrebbe voluto tenere i bambini, Granelli ha risposto di sì, sottolineando che “si sarebbe organizzato” per essere un padre presente. La sua presenza in aula è stata definita “un atto doveroso” per riconoscere e dare un nome ai suoi figli. Nessun contatto visivo o verbale è avvenuto tra i due giovani durante l’udienza, per evitare un impatto emotivo troppo forte.
Restrizioni mediatiche e attenzione pubblica
Il presidente della Corte, Alessandro Conti, ha imposto rigide limitazioni alle riprese audiovisive, autorizzando fotografie solo nei primi cinque minuti dell’udienza. La difesa di Chiara ha esplicitamente rifiutato il consenso per ulteriori immagini.