Ufficiale, installata sugli smartphone la funzione ‘scopri se ti tradisce’: la attivate con un click in mezzo secondo

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App tradimento_Donnaclick

Triangolo amoroso_Donnaclick

Un nuovo strumento digitale promette di cambiare il modo in cui affrontiamo il dubbio dell’infedeltà.

Sospetti qualcosa ma non hai prove. Il telefono del partner diventa improvvisamente un oggetto misterioso, le password cambiano, le notifiche spariscono. Quello che prima era un rapporto trasparente inizia a mostrare piccole crepe.

C’è chi sceglie il confronto diretto e chi invece cerca conferme da solo. E negli ultimi anni, la tecnologia ha cominciato a offrire una varietà di strumenti utili a sciogliere i nodi del sospetto. App di localizzazione, cronologia condivisa, software per leggere messaggi: la gamma è vasta.

Ma la maggior parte di questi strumenti richiede tempo, configurazioni complesse o addirittura accessi fisici ai dispositivi altrui. In più, non sono sempre alla portata di tutti: serve sapere dove cercare e come usarli.

Tutto questo ha creato un vuoto. Un bisogno diffuso, ma poco affrontato: avere un modo veloce, semplice e immediato per capire se qualcosa non torna nella relazione. Ed è proprio in questo spazio che si è inserita la nuova funzionalità di cui si sta parlando ovunque.

Boom di app ‘smart’ per chi sospetta un tradimento

Fino a oggi, le app più usate per monitorare un partner sospetto sono state strumenti come mSpy, EyeZy e simili. Permettono di controllare posizioni GPS, cronologia web e perfino messaggi, ma spesso violano la privacy o risultano complicate da usare per chi non ha dimestichezza con la tecnologia.

Negli ultimi mesi, si è registrato un boom nella richiesta di soluzioni più immediate. Non più app da installare in segreto, ma qualcosa di accessibile a tutti, senza conoscenze informatiche. E ora sembra proprio che questa richiesta abbia ricevuto una risposta.

app tradimento_Donnaclick
Donna tiene in mano uno smartphone_Donnaclick

App e confini: cosa puoi davvero controllare

Tra le soluzioni più usate ci sono le app per la condivisione volontaria di dati. Google offre la possibilità di vedere la cronologia degli spostamenti di un account, se attivata. WhatsApp, invece, permette la condivisione della posizione in tempo reale, anche per ore. Tutte queste funzioni richiedono il consenso dell’altra persona.

Poi ci sono gli strumenti per il controllo parentale come Qustodio o Norton Family, pensati per i minori ma usati anche da chi vuole monitorare il partner. Anche qui, però, l’utilizzo senza consenso resta problematico. È fondamentale non superare i confini del rispetto reciproco e della legge.Il consiglio degli esperti è semplice: prima di usare qualsiasi applicazione per controllare il partner, chiediti se vorresti che lui o lei facesse lo stesso con te. La tecnologia può aiutare a chiarire dei dubbi, ma la fiducia – se rotta – non si ripara con un’app.