Addio pensione anticipata: il Governo alza di nuovo l’asticella | Spremuti come limoni: da questa data si lavora fino allo sfinimento
Coppia di pensionati_Donnaclick (Depositphotos.com)
Sotto pressione sempre più a lungo: le novità sulle pensioni rischiano di stravolgere i piani di milioni di lavoratori.
Negli ultimi anni il tema delle pensioni è diventato un campo minato per ogni governo. Promesse, speranze, marce indietro: la certezza è che il traguardo del riposo diventa sempre più lontano. E ora, secondo la bozza della Legge di Bilancio 2026, l’asticella si alza ancora.
La direzione è chiara: lavorare sempre più a lungo. Nonostante le critiche dei sindacati e i malumori crescenti tra i lavoratori, il Governo tira dritto. I margini per un’uscita anticipata si restringono, lasciando poco spazio a chi sperava in una pensione più vicina.
A farne le spese sono soprattutto le donne, già penalizzate da carriere più discontinue e da un sistema che non riconosce appieno il lavoro di cura. Le possibilità offerte da “Opzione Donna” verranno meno. Stesso destino per “Quota 103”, che permetteva a chi aveva almeno 62 anni e 41 di contributi di andare in pensione.
In compenso, restano attivi l’Ape sociale e il bonus Maroni, misure destinate a categorie ben specifiche. Ma per la maggioranza dei lavoratori, l’unica strada resta quella della riforma Fornero, con soglie che continueranno ad aumentare nei prossimi anni.
I nuovi ostacoli verso la pensione
Confermata infatti la stretta a partire dal 2027: l’età pensionabile salirà gradualmente, raggiungendo i 67 anni e 3 mesi entro il 2028. Anche i requisiti contributivi aumenteranno, con l’anzianità che passerà da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 1 mese (sempre un anno in meno per le donne).
Restano esclusi da questo inasprimento solo pochi lavoratori: chi ha svolto mansioni gravose per un lungo periodo o chi lavora a turni notturni e nei trasporti pubblici. Per tutti gli altri, incluse categorie finora tutelate come caregiver e invalidi civili, l’uscita sarà più lontana.

Il colpo di scena nella Manovra 2026
La notizia più pesante arriva però al settimo paragrafo della bozza di Manovra: dal 1° gennaio 2026 non saranno rinnovate né “Quota 103” né “Opzione Donna”. Due strumenti che, seppur ridimensionati negli ultimi anni, garantivano a molti una via d’uscita anticipata.
Chi pensava di poter aggirare la rigidità della legge Fornero dovrà fare i conti con un brusco risveglio. La pensione diventa un miraggio per milioni di lavoratori, soprattutto donne e over 60, che ora si ritrovano schiacciati tra contributi sempre più alti e un’età di uscita sempre più lontana.
