Moussa e Sharon Verzeni.
Può una passeggiata notturna trasformarsi in una condanna a morte senza motivo? È la domanda che attraversa l’aula del Tribunale di Bergamo mentre il processo per l’omicidio di Sharon Verzeni entra nel suo momento più delicato.
Oggi, martedì 16 dicembre 2025, è stato il giorno della requisitoria nel procedimento che vede imputato Moussa Sangare, accusato dell’uccisione della giovane donna. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna all’ergastolo, definendo quanto accaduto “una vita spezzata per capriccio”.
Parole dure, pronunciate al termine di una ricostruzione che per l’accusa non lascia spazio a dubbi sulla responsabilità dell’imputato e sulla gravità del delitto.
Sul banco degli imputati c’è Moussa Sangare, 31 anni, cittadino italiano, disoccupato. È nato a Milano e risiede a Suisio, sempre nell’Isola bergamasca.
Sangare era stato arrestato a circa un mese dall’omicidio. In quella occasione si era dichiarato reo confesso, ammettendo di essere l’autore del delitto. Aveva però affermato di non saper spiegare le ragioni del suo gesto.
A rafforzare il lavoro degli investigatori erano intervenuti anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Le immagini non mostravano direttamente l’omicidio ma avevano ripreso un uomo che si allontanava in bicicletta dalla zona poco dopo l’aggressione.
Il quadro accusatorio, tuttavia, ha subito una svolta durante l’udienza di lunedì 10 novembre 2025. In quell’occasione, sentito in Tribunale a Bergamo, Sangare ha ritrattato la confessione iniziale, sostenendo di non essere lui l’assassino.
Una versione che contrasta apertamente con quanto dichiarato in precedenza e che per l’accusa non è credibile.
Sharon Verzeni abitava a Bottanuco e lavorava in un bar di Brembate. È stata uccisa a Terno d’Isola nelle prime ore del 30 luglio 2024.
Quella notte la giovane stava facendo una passeggiata notturna. Un gesto semplice, quotidiano, che si è trasformato in tragedia.
Durante l’aggressione, Sharon Verzeni è stata colpita tre volte con altrettanti fendenti di coltello. Non le è stata lasciata alcuna possibilità di difesa o di fuga.
La violenza dell’azione e l’assenza di un movente chiaro hanno reso il delitto ancora più sconvolgente agli occhi dell’opinione pubblica.
Nel corso della requisitoria, il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha spiegato perché la ritrattazione dell’imputato non è ritenuta attendibile.
Per l’accusa, la confessione iniziale, gli elementi raccolti durante le indagini e il contesto complessivo dei fatti convergono in modo coerente verso la responsabilità di Sangare.
Il pm ha chiesto la condanna all’ergastolo, contestando tre aggravanti: la minorata difesa, la premeditazione e i futili motivi.
Nel processo si è fatta sentire anche la voce della famiglia della vittima, costituita parte civile. I familiari hanno chiesto il risarcimento dei danni di varia natura a carico di Moussa Sangare, ritenuto l’assassino di Sharon.
Ma l’aspetto centrale, come ha spiegato l’avvocato Luigi Scuderi ai giudici, va oltre la dimensione economica.
“Soprattutto si tratta di riaffermare in modo intangibile il valore della vita di una giovane donna, a cui non è stata data la possibilità di scappare”.
Il procedimento non è ancora concluso. Dopo la requisitoria dell’accusa, il processo proseguirà il 12 gennaio con l’intervento della difesa.
Il 19 gennaio sono previste le repliche e, con ogni probabilità, la sentenza. Date che segnano le prossime tappe di un percorso giudiziario seguito con grande partecipazione emotiva dalla comunità.
Fino ad allora, resterà aperto il confronto tra accusa e difesa su responsabilità, attendibilità delle dichiarazioni e qualificazione giuridica dei fatti.
Chi è Moussa Sangare?
È un uomo di 31 anni, cittadino italiano, imputato per l’omicidio di Sharon Verzeni.
Perché il pm ha chiesto l’ergastolo?
Per la gravità del delitto e per le aggravanti di minorata difesa, premeditazione e futili motivi.
Quando è avvenuto l’omicidio?
Nelle prime ore del 30 luglio 2024 a Terno d’Isola.
Quando è attesa la sentenza?
Probabilmente dopo le repliche previste il 19 gennaio.
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