Dopo oltre 30 anni ricompare la lebbra in Europa: cosa sta succedendo

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Lebbra Europa_Donnaclick

Ragazza con prurito al braccio_Donnaclick (Depositphotos.com)

La lebbra ricompare in Europa, ma gli esperti rassicurano: non è un’emergenza. Ecco cosa sapere su sintomi, trasmissione e cure.

È possibile che una malattia considerata dimenticata faccia di nuovo la sua comparsa in Europa? Sì, è successo. Alcuni casi di lebbra, anche conosciuta come morbo di Hansen, sono stati recentemente segnalati in Romania e Croazia, riportando l’attenzione su un’infezione che per molti sembrava appartenere solo alla storia.

Dopo oltre trent’anni senza diagnosi, queste nuove segnalazioni hanno riaperto il dibattito, ma gli esperti sono concordi: non c’è motivo di panico. I casi sono sporadici, ben gestiti e sotto controllo da parte dei sistemi sanitari locali.

In Romania, i primi casi registrati dal 1981 sono tornati alla ribalta, mentre in Croazia non si segnalavano pazienti dal 1993. Le autorità sanitarie di entrambi i paesi hanno ribadito che non esiste alcun rischio reale per la popolazione generale. I pazienti coinvolti sono stati prontamente presi in carico e isolati, seguendo i protocolli previsti.

Ma che cosa sappiamo davvero della lebbra oggi? Quanto è diffusa, come si trasmette, e perché non rappresenta un’emergenza sanitaria in Europa? Ecco tutto quello che bisogna sapere per comprendere senza timori ingiustificati.

Che cos’è la lebbra, come si trasmette, sintomi e cure

La lebbra è una malattia infettiva cronica causata da un batterio chiamato Mycobacterium leprae. Colpisce principalmente la pelle, i nervi periferici e, nei casi più avanzati, le mucose delle vie respiratorie superiori. Pur essendo associata a un pesante stigma storico, oggi è una patologia ben conosciuta e curabile. Nota anche come malattia di Hansen, la lebbra rientra tra le cosiddette malattie tropicali neglette, ovvero patologie che colpiscono prevalentemente le popolazioni più povere del mondo e che ricevono poca attenzione mediatica e finanziaria. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la lebbra non è altamente contagiosa. Il contagio avviene attraverso secrezioni respiratorie e solo in caso di contatti stretti e prolungati con persone non ancora in terapia. I contatti occasionali o brevi non comportano rischi significativi. Il vero problema della lebbra non è la facilità di contagio, ma la sua lunga incubazione: i sintomi possono comparire anche dopo dieci anni dall’infezione. Questo rende difficile identificare tempestivamente i casi, soprattutto nei paesi dove la malattia è considerata eradicata.

Tra i sintomi iniziali più comuni ci sono chiazze sulla pelle con riduzione o perdita di sensibilità, formicolii e intorpidimento. Nei casi più avanzati, possono comparire danni nervosi, debolezza muscolare e deformità. La gravità è spesso legata al ritardo nella diagnosi. Ma oggi esistono terapie efficaci. Il trattamento standard consiste in una terapia antibiotica combinata, da seguire per un periodo che varia dai sei ai dodici mesi, in base alla forma clinica. Una volta iniziata la cura, il paziente diventa rapidamente non contagioso e può guarire completamente, soprattutto se il trattamento è tempestivo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha reso disponibili gratuitamente i farmaci per il trattamento della lebbra nei paesi dove è ancora endemica. Questo ha permesso una significativa riduzione dei casi globali, ma l’attenzione resta alta soprattutto nelle aree con accesso limitato alle cure.

Lebbra Europa_Donnaclick
Malattia di Hansen_Donnaclick (Depositphotos.com)

Casi sporadici e curabili: perché non dobbiamo preoccuparci

La presenza di nuovi casi in Europa non indica una nuova diffusione attiva della malattia, ma è piuttosto il risultato di casi importati. A causa della mobilità internazionale, persone provenienti da aree endemiche possono sviluppare i sintomi anche anni dopo l’arrivo nel continente europeo. È il caso dei recenti episodi registrati in Romania e Croazia. Come ha spiegato il Ministero della Salute croato, “i pazienti sono stati subito isolati, curati e non c’è alcun pericolo per la popolazione”. Questi episodi, quindi, non devono essere letti come una nuova ondata di infezioni, ma come episodi isolati, legati alla natura stessa della malattia e alla sua lunga latenza.

Nel nostro Paese, la lebbra è estremamente rara. Negli ultimi decenni i casi registrati sono stati quasi esclusivamente importati, cioè diagnosticati in pazienti provenienti da regioni in cui la malattia è ancora presente. Non si registrano focolai autoctoni. Il sistema sanitario italiano è ben preparato. Grazie alla formazione continua dei professionisti sanitari, ogni caso sospetto viene riconosciuto rapidamente e trattato con successo. Il rischio per la popolazione generale è considerato molto basso. Nonostante la notizia possa sembrare allarmante, gli esperti invitano alla calma. La lebbra, oggi, è una malattia curabile, poco contagiosa e sotto controllo. Serve piuttosto mantenere alta l’attenzione su diagnosi precoce, monitoraggio dei contatti e formazione sanitaria.