Cane e padrone.
In Italia gli animali domestici rappresentano una componente fondamentale della vita familiare. Una proposta di legge, presentata dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Devis Dori, intende introdurre permessi retribuiti per i lavoratori che affrontano la morte o la malattia di cani e gatti. L’iniziativa risponde a un’esigenza sempre più sentita: riconoscere il legame affettivo con gli animali come un aspetto rilevante della vita quotidiana. “Gli animali sono considerati a tutti gli effetti parte del nucleo familiare, alla stregua di una persona. Le normative devono adeguarsi, perché il dolore per la loro perdita o malattia è noto a tutti”, ha dichiarato Dori a Open.
La proposta interviene sulla legge n. 53 del 2000, che regola i congedi parentali e i permessi per motivi familiari. Attualmente, la normativa non considera il lutto per la perdita di un animale domestico, costringendo i proprietari a utilizzare ferie personali o a presentarsi al lavoro nonostante il disagio emotivo. Questo scenario, secondo il testo, comporta rischi, soprattutto per chi svolge mansioni pericolose. La proposta prevede tre giorni di permesso retribuito in caso di decesso di un cane o gatto e otto ore annuali per esigenze legate alla loro malattia. Il provvedimento si concentra su animali d’affezione identificabili tramite microchip e iscritti all’anagrafe degli animali da compagnia, limitandosi per ora a cani e gatti per ragioni tecniche di tracciabilità.
Gli animali domestici occupano un posto centrale nella società italiana. Secondo i dati Eurispes 2024, il 40,5% delle famiglie del Sud Italia possiede almeno un cane o un gatto, una percentuale superiore rispetto al Nord-Ovest (38%), al Centro (37,3%), al Nord-Est (31,7%) e alle Isole (39,2%). Se si includono altre specie come pesci, uccelli, conigli o rettili, la quota di famiglie con animali sale al 56%.
Le preferenze per gli animali domestici variano tra le regioni italiane. Al Sud e nelle Isole, il cane domina come compagno fedele, spesso integrato nella vita di comunità. In molti quartieri meridionali, i cani, pur liberi, ricevono cure dalla collettività, distinguendosi dai tipici animali da appartamento del Nord. Nelle città settentrionali, come Milano, Torino e Bologna, il gatto prevale per la sua indipendenza e adattabilità alla vita urbana. Inoltre, al Nord si registra una maggiore tendenza a registrare, sterilizzare e assicurare gli animali, riflettendo una gestione più strutturata.
Nonostante il Sud ospiti una percentuale più alta di famiglie con almeno un animale, il Nord-Ovest si distingue per la presenza di famiglie con più animali. In regioni come Lombardia, Piemonte e Liguria, non è raro che le famiglie accolgano più cani, gatti o una combinazione di entrambi.
La proposta di Dori risponde a un cambiamento culturale che considera gli animali domestici non solo come compagni, ma come veri e propri membri della famiglia. Il dolore per la loro perdita o la necessità di curarli comporta un impatto emotivo significativo, che la legge intende tutelare. L’iniziativa potrebbe aprire la strada a ulteriori riforme, ampliando i diritti dei proprietari di animali e rafforzando la sensibilità verso il benessere animale. Tuttavia, il dibattito parlamentare sarà decisivo per valutare l’accoglienza di questa misura in un contesto lavorativo e sociale in continua evoluzione.
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