Fino a 50.000€ SUBITO DALL’INPS se rientri in questa categoria: fissata la data X per il nuovo diritto | Ufficiale in Legge di Bilancio
Banconote su cartello INPS_Donnaclick (Depositphotos.com)
Dal 2027 arriva una novità che cambierà la vita di migliaia di lavoratori pubblici italiani: il Governo ha fissato una data chiave per un diritto atteso da anni.
Una svolta importante si prepara per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Dopo anni di attese, rinvii e proteste sindacali, il Governo ha inserito nella nuova Legge di Bilancio una misura destinata a rivoluzionare il sistema delle liquidazioni per i dipendenti pubblici. Il provvedimento, approvato in via definitiva, segna un cambio di passo tanto atteso quanto necessario per chi, al termine della carriera, attende ancora il pagamento del proprio Trattamento di Fine Servizio.
Il nodo del TFS – il Trattamento di Fine Servizio – è da tempo una delle questioni più controverse del pubblico impiego. Fino a oggi, infatti, molti pensionati si sono trovati a dover attendere anche cinque anni per ricevere somme maturate in decenni di lavoro. Un’attesa spesso ingiustificabile, soprattutto considerando che si tratta di denaro già spettante e indispensabile per affrontare una nuova fase della vita.
A dare impulso alla riforma è intervenuta la Corte Costituzionale con una sentenza storica, la n.130/2023, che ha definito incostituzionale il ritardo nel pagamento del TFS. Secondo la Consulta, il differimento “contrasta con il principio di giusta retribuzione” poiché la liquidazione rappresenta una componente del salario e deve essere corrisposta in tempi congrui. Una presa di posizione che ha di fatto costretto il legislatore a intervenire.
La Legge di Bilancio ha così previsto una serie di interventi mirati a sostenere e valorizzare il lavoro pubblico, stanziando oltre 550 milioni di euro. L’obiettivo è duplice: da un lato garantire maggiore equità e tempi certi nei pagamenti, dall’altro rilanciare il potere d’acquisto dei cittadini e, di riflesso, i consumi. Ma le novità non si fermano qui.
Aumenti e detassazioni in arrivo
Tra le misure previste spicca la detassazione dei rinnovi contrattuali per i lavoratori pubblici, in linea con quanto già avviene nel settore privato. Dal 2026, infatti, gli aumenti derivanti dai nuovi contratti firmati nel 2025 e nel 2026 saranno soggetti a un’imposta agevolata del 5%. Un beneficio che interesserà in particolare i redditi fino a 28 mila euro annui, coinvolgendo così personale ATA, operatori amministrativi e molti dipendenti degli enti locali.
Buone notizie anche sul fronte del salario accessorio. Premi di produttività e indennità di performance individuale o collettiva saranno tassati solo all’1%, una misura che intende equiparare il trattamento fiscale tra pubblico e privato. Un passo avanti verso un sistema più equo, in grado di valorizzare realmente l’impegno dei lavoratori della PA.

Dal 2027 il via libera all’anticipo del TFS
La vera rivoluzione riguarda, però, il TFS. A partire dal 2027, infatti, i dipendenti pubblici potranno ottenere fino a 50.000 euro subito, grazie a una nuova linea di credito attivata da Cassa Depositi e Prestiti e gestita tramite INPS. L’Istituto potrà anticipare la somma dovuta entro tre mesi dal pensionamento, ponendo così fine alle lunghe attese che finora hanno costretto molti ex dipendenti a ricorrere ai prestiti bancari con tassi d’interesse elevati.
Si tratta di una riforma epocale che promette di restituire dignità e liquidità immediata a chi ha servito lo Stato per una vita intera. Con l’anticipo del TFS, la tassazione agevolata e i nuovi fondi previsti, il 2027 segnerà un punto di svolta per la Pubblica Amministrazione e per migliaia di lavoratori in procinto di andare in pensione: una “data X” che rappresenta, finalmente, il riscatto del pubblico impiego.
