3.000€ di multa se guidi un’auto di un amico: senza questo documento sei ufficialmente fuorilegge | Col nuovo CdS è cambiato tutto

Guidi l’auto di un amico o di un parente? Una nuova norma del Codice della Strada potrebbe costarti cara se superi i 30 giorni senza il documento giusto.

Guidare l’auto di un amico o di un parente è una pratica comune, soprattutto in situazioni temporanee: un’emergenza, un viaggio, un favore. Ciò che molti ignorano, però, è che questa semplicità può trasformarsi in una violazione del Codice della Strada, con sanzioni pesanti per chi non rispetta determinate condizioni.

Nel nuovo Codice della Strada sono stati introdotti aggiornamenti che vanno ben oltre il concetto di semplice “prestito” del veicolo. Il legislatore punta a una maggiore tracciabilità e responsabilità nell’uso dei mezzi, soprattutto quando chi li guida non ne è il proprietario.

Spesso si dà per scontato che basti avere una patente valida e l’assicurazione attiva per essere in regola. Oggi, però, questo non basta più. Anche le compagnie assicurative prevedono clausole che possono limitare o vietare l’uso dell’auto da parte di terzi non autorizzati.

Senza contare che, in caso di incidente o danni, le conseguenze legali ed economiche possono ricadere anche sul proprietario del mezzo. La situazione si complica ulteriormente se non c’è alcuna forma scritta che regolarizzi il rapporto tra chi presta l’auto e chi la guida.

Cosa cambia se guidi l’auto di qualcun altro

Il Codice della Strada prevede una distinzione importante: se a guidare l’auto è un familiare convivente, non ci sono problemi di durata. In questo caso, la condivisione del veicolo è consentita liberamente, e le forze dell’ordine possono verificarne la legittimità tramite i registri anagrafici.

La situazione cambia radicalmente se il guidatore non fa parte del nucleo familiare o non convive con il proprietario. In questi casi, il limite di utilizzo del veicolo è fissato a 30 giorni consecutivi. Oltre questo termine, entra in gioco un obbligo formale ben preciso.

Senza questo documento rischi fino a 3.000 euro di multa

Chi guida regolarmente per più di 30 giorni un’auto non intestata a suo nome, che sia di un amico, un parente non convivente o un conoscente, è tenuto per legge a registrare un contratto di comodato d’uso gratuito presso la Motorizzazione Civile. Il comodato, cioè il prestito gratuito del veicolo, deve essere formalizzato compilando l’apposito modulo TT2119 e allegando una dichiarazione firmata dal proprietario dell’auto, con l’indicazione chiara del periodo di utilizzo o della durata indeterminata dell’accordo. Senza questo documento, si incorre in una pesante sanzione amministrativa che può andare da circa 700 euro fino a superare i 3.000 euro. Ma non finisce qui: la carta di circolazione viene ritirata immediatamente dalle forze dell’ordine e inviata all’ufficio del Dipartimento per i trasporti terrestri, che provvederà al rinnovo solo dopo che tutte le irregolarità saranno state sanate.

Questo obbligo vale anche per i familiari non conviventi, come un figlio che vive in un’altra città rispetto ai genitori: in assenza di convivenza anagrafica, infatti, il prestito dell’auto è soggetto al limite dei 30 giorni. Chi lo supera senza registrare il comodato è a tutti gli effetti fuorilegge. La norma è contenuta nell’articolo 94, comma 4-bis, del Codice della Strada, introdotto nel 2014 ma oggi più che mai oggetto di controlli mirati. Il principio alla base della legge è la trasparenza nella gestione dei veicoli: sapere esattamente chi usa un’auto per lunghi periodi è utile sia per motivi di sicurezza stradale sia per una più corretta applicazione delle regole assicurative e fiscali.Oltre i 30 giorni, senza un contratto di comodato regolarmente registrato, guidare un’auto non intestata diventa un rischio salato: le multe sono certe e possono essere molto pesanti.