Spezie avvelenate nei supermercati: 2 su 3 non sono sicure, ma tu le usi ogni giorno | L’allarme rosso dalla Commissione Europea
Spezie al supermercato_Donnaclick (Depositphotos.com)
Ogni giorno usiamo spezie per dare sapore ai nostri piatti, ma raramente ci chiediamo quanto siano davvero sicure.
Profumate, colorate, esotiche: le spezie sono ingredienti irrinunciabili nelle cucine di tutto il mondo. Arricchiscono piatti dolci e salati, rendono uniche le tisane e sono sempre più presenti anche negli integratori naturali. Ma la loro presenza sulle nostre tavole non è sempre sinonimo di qualità.
In molti pensano che spezie e aromi siano tra gli alimenti più genuini. Purtroppo, non è così. Negli ultimi anni, diverse indagini hanno evidenziato casi di frode alimentare e contaminazioni, anche gravi, che mettono a rischio la salute dei consumatori europei, italiani compresi.
L’aumento della domanda globale e i prezzi in costante crescita (+10% annuo dal 2017) rendono le spezie un terreno fertile per truffe e adulterazioni. Non parliamo solo di scarsa qualità, ma di vere e proprie sostanze tossiche che finiscono nei nostri piatti senza che ce ne accorgiamo.
Tra coloranti aggiunti, polveri miste e ingredienti non dichiarati, la trasparenza nel mondo delle spezie è sempre più difficile da garantire. Anche per i consumatori attenti, distinguere un prodotto autentico da uno contraffatto può essere praticamente impossibile.
I retroscena poco noti sulle spezie
Già in passato erano stati segnalati casi di adulterazione in spezie come origano e peperoncino, ma spesso si pensava a episodi isolati. Oggi la situazione sembra molto più seria e diffusa, tanto da spingere le istituzioni europee a intervenire con studi e controlli mirati.
La Commissione Europea, tramite il suo Centro Comune di Ricerca (JRC), ha avviato un’indagine approfondita per fare chiarezza. Sono stati analizzati campioni di spezie provenienti da supermercati di tutta Europa, con particolare attenzione a una delle più amate: la cannella.

Spezie avvelenate nei supermercati
I risultati dello studio sono allarmanti: due campioni di cannella su tre non rispettano gli standard di qualità e sicurezza. In molti casi si tratta di frodi, come la sostituzione della preziosa cannella di Ceylon con la più economica (e potenzialmente tossica) Cassia. Ma sono stati trovati anche metalli pesanti come piombo e cromo, cumarina oltre i limiti e solfiti in eccesso.
Solo un campione su tre è risultato conforme. I rischi sono reali, soprattutto per bambini e soggetti fragili. Per difendersi, gli esperti consigliano di scegliere marchi certificati e di evitare prodotti troppo economici o dalla provenienza poco chiara. La filiera, lunga e opaca, deve diventare più controllata e trasparente: la salute dei consumatori non può più essere ignorata.
