Dall’Europa arriva il REDDITO DI BASE: fino a 1.297 euro al mese per 3 anni se non lavori | Al via il sussidio per i fannulloni

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Reddito di base_Donnaclick

Reddito di base_Depositphotos.com_Donnaclick

Un nuovo modello di sostegno economico potrebbe rivoluzionare il concetto stesso di lavoro, reddito e dignità sociale. 

Un reddito garantito, senza condizioni, per vivere dignitosamente anche senza un impiego. È l’idea radicale e controversa, che torna al centro del dibattito politico europeo, accendendo speranze e polemiche. La misura prevede fino a 1.297 euro al mese per tre anni, destinati a chi non lavora.

L’obiettivo? Combattere la povertà, incentivare la cura familiare e abbattere l’ansia economica, ma anche, secondo i critici, il rischio è alimentare una nuova categoria di “assistiti permanenti”, disincentivati a cercare lavoro. La questione non è più teorica: l’esperimento è stato fatto, i risultati sono sul tavolo.

Il progetto è stato testato su centinaia di famiglie vulnerabili. Diversi gruppi hanno ricevuto formule differenti di reddito, con o senza vincoli. I ricercatori hanno così potuto confrontare effetti economici, comportamentali e sociali in tempo reale.

Gli scenari emersi sono sorprendenti. In alcuni casi, il reddito ha scoraggiato la ricerca di lavoro, ma ha anche favorito l’assistenza ai figli e agli anziani. In altri, la possibilità di cumulare il sussidio con un impiego ha aumentato il tasso di occupazione. Tutto dipende da come viene strutturato il beneficio.

Reddito minimo garantito: il dibattito è aperto

La misura sembra uscita da un romanzo di fantascienza sociale, eppure è realtà. Con una cifra mensile compresa tra 663 euro e 1.297 euro – a seconda della composizione familiare – centinaia di nuclei familiari hanno ricevuto un reddito fisso per tre anni, a prescindere dalla loro condizione lavorativa.

Un esperimento? No, una vera e propria prova su larga scala, realizzata nel contesto europeo con fondi pubblici. L’obiettivo era chiaro: testare se un reddito minimo, stabile e incondizionato, potesse diventare un’alternativa strutturale al welfare tradizionale. E, sorprendentemente, in molti casi ha funzionato.

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Donna con euro in mano_(Depositphotos.com)_Donnaclick

Reddito di base: il primo test rivela effetti sorprendenti

La notizia arriva dalla Spagna, e più precisamente da Barcellona, dove tra il 2017 e il 2019 è stato portato avanti il progetto pilota B-MINCOME. Coinvolti 822 famiglie di quartieri vulnerabili, il Comune ha erogato un reddito fino a 1.297 euro al mese, per tre anni consecutivi. A seconda dei gruppi, il sussidio era condizionato o compatibile con un reddito da lavoro.

I risultati? Contraddittori, ma illuminanti. Nei gruppi in cui il reddito veniva scalato integralmente dal salario, la probabilità di cercare lavoro è scesa del 22%. Ma nei casi in cui solo una parte del salario riduceva il sussidio, la partecipazione al lavoro è aumentata del 6,5%. E molte famiglie hanno scelto di dedicarsi alla cura dei figli, migliorando il benessere domestico. La fonte ufficiale è Xataka.com, che ha pubblicato i risultati completi dello studio.