Ultim’ora PENSIONI: stop all’assegno, l’INPS rivuole indietro tutti i soldi | Al via la revoca per milioni di italiani
Pensionato con portafogli in mano_(Depositphotos.com)_Donnaclick
A settembre arriva una scadenza decisiva per milioni di pensionati: chi non si mette in regola rischia grosso.
Settembre si apre con una scadenza cruciale per moltissimi pensionati italiani. Una stretta in arrivo da parte dell’INPS potrebbe comportare gravi conseguenze economiche per chi non ha adempiuto a un obbligo preciso. Ma la notizia, che sta già creando allarme, riguarda solo una categoria specifica di beneficiari.
Le prime segnalazioni erano già arrivate a luglio, con una trattenuta sulle pensioni che ha fatto intuire cosa stava per accadere. Ora, però, la situazione si fa più seria.
Molti pensionati hanno già ricevuto comunicazioni formali da parte dell’INPS nei mesi estivi. Lettere, PEC e messaggi tramite l’area riservata “My INPS” hanno avvisato i soggetti interessati, ma non tutti hanno ancora reagito. E chi resta in silenzio rischia grosso.
Quella che per molti sembrava una semplice dimenticanza, può trasformarsi in una vera e propria emergenza economica. La posta in gioco non è solo la sospensione dell’assegno pensionistico, ma anche la richiesta di restituire quanto percepito negli anni passati.
Scadenza imminente: ecco cosa sta succedendo
La misura riguarda i trattamenti pensionistici legati al reddito. In particolare, coloro che beneficiano di integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, quattordicesima e altri importi aggiuntivi. Si tratta di prestazioni soggette a limiti reddituali, e quindi condizionate alla presentazione regolare della dichiarazione dei redditi.
Il punto critico? La mancata comunicazione dei redditi relativi all’anno 2021. L’INPS ha già iniziato a sospendere le erogazioni ai soggetti inadempienti. Trascorsi 60 giorni dalla sospensione senza aggiornamenti, scatterà la revoca definitiva delle prestazioni e l’avvio della procedura di recupero delle somme.

Chi rischia la revoca e come evitare il peggio
Sono milioni gli italiani potenzialmente coinvolti. Per fortuna, non tutti i pensionati sono a rischio. Il provvedimento riguarda esclusivamente coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi per il 2021 e percepiscono pensioni collegate al reddito. Fuori dall’operazione restano, per esempio, le pensioni di invalidità civile e gli assegni sociali.
Per evitare la revoca e la restituzione delle somme, chi è interessato deve inviare entro il 19 settembre la ricostituzione reddituale all’INPS. È l’unico modo per regolarizzare la propria posizione ed evitare che il taglio dell’assegno diventi definitivo. Chi non lo farà in tempo, a ottobre resterà senza pensione e con un debito da saldare.
