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Un controllo a Monfalcone si è trasformato in una multa record. Ecco perché il casco e il rispetto delle regole sono fondamentali per chi guida un monopattino.

monopattino elettrico fermato dalla polizia locale in città, scena realistica con agente che prende appunti e il mezzo accostato al marciapiede.

Monopattino elettrico fermato dalla polizia locale a Monfalcone

Un controllo di routine si è trasformato in una sanzione da record: a Monfalcone la Polizia Locale ha fermato un cittadino che circolava con un mezzo in condizioni irregolari.

Negli ultimi anni i monopattini elettrici hanno invaso le città italiane, diventando un mezzo di trasporto alternativo e sostenibile. Leggeri, pratici e facili da usare, hanno conquistato soprattutto i più giovani e chi cerca un’alternativa all’auto per gli spostamenti brevi. Tuttavia, dietro l’apparente semplicità d’uso, si nasconde un quadro normativo preciso che stabilisce regole e limiti da rispettare. Quando queste regole vengono ignorate, le conseguenze possono essere pesanti, non solo in termini di sicurezza ma anche di sanzioni economiche.

Il caso avvenuto a Monfalcone, in provincia di Gorizia, ha attirato l’attenzione proprio perché dimostra cosa può accadere se un monopattino elettrico non viene utilizzato in maniera conforme alla legge. Non si tratta di un episodio isolato: in diverse città italiane le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli, proprio per ridurre gli incidenti e i rischi legati a un uso scorretto di questi mezzi. Monfalcone diventa così un esempio di come l’inosservanza delle norme possa portare a una multa che supera di gran lunga il valore stesso del monopattino.

L’uomo fermato circolava con un veicolo che, pur essendo un monopattino elettrico, non rispettava le caratteristiche previste dalla normativa italiana. Il mezzo presentava modifiche che ne cambiavano la natura e lo facevano ricadere nella categoria dei ciclomotori. Questo significa che non poteva essere considerato un semplice monopattino, ma richiedeva obblighi aggiuntivi: targa, certificato di circolazione e patente idonea. La Polizia Locale, durante il controllo, ha quindi rilevato gravi irregolarità che hanno fatto scattare una sanzione ben superiore alle multe più comuni in materia di mobilità.

Il verbale ha riportato una cifra impressionante: 5.400 euro di multa. Oltre all’aspetto economico, la Polizia Locale ha disposto anche il sequestro del mezzo ai fini della confisca, impedendo così al cittadino di continuare a utilizzarlo. Una decisione che vuole lanciare un messaggio chiaro a chi pensa di poter circolare senza rispettare le regole. Secondo le autorità, non si tratta soltanto di multe salate, ma di un modo per tutelare la sicurezza stradale di tutti.

La questione sicurezza

Dietro questo caso c’è un tema che riguarda da vicino chiunque utilizzi i monopattini elettrici: la sicurezza. I dati raccolti negli ultimi anni mostrano un aumento significativo degli incidenti legati a questi mezzi, spesso causati da comportamenti imprudenti o dalla mancanza delle dotazioni necessarie. Il sindaco di Monfalcone, Luca Fasan, ha sottolineato come “i monopattini elettrici, se utilizzati in maniera impropria, possono diventare estremamente pericolosi, non solo per chi li guida ma anche per gli altri utenti della strada”. Le sue parole riassumono l’essenza del problema: l’innovazione non può sostituire il rispetto delle regole.

La normativa italiana stabilisce che i monopattini devono rispettare requisiti tecnici ben precisi. Qualsiasi modifica che ne alteri le caratteristiche, come l’aggiunta di un sellino non consentito, comporta la perdita dello status di monopattino elettrico e la riclassificazione come ciclomotore. In questo caso, quindi, non valgono più le regole semplificate, ma si applicano quelle dei veicoli a motore. Ed è qui che emerge un altro dettaglio fondamentale: il cittadino fermato a Monfalcone circolava senza casco, un obbligo imprescindibile quando un mezzo rientra nella categoria dei ciclomotori.

Primo piano di un casco protettivo da monopattino appoggiato sul sellino di un mezzo elettrico, con sfondo urbano sfocato.
Casco

Cosa è successo a Monfalcone

Come riportato dall’Agi la Polizia Locale ha contestato al cittadino bengalese non solo la mancanza del casco, ma anche l’assenza di documenti obbligatori come targa e certificato di circolazione. La combinazione di queste irregolarità ha determinato l’equiparazione del monopattino a un ciclomotore e quindi l’applicazione delle relative sanzioni. Per l’uomo si è trattato di un colpo durissimo, non solo dal punto di vista economico ma anche perché il mezzo è stato sequestrato ai fini della confisca.

Questo episodio apre un dibattito più ampio sul futuro dei monopattini elettrici in Italia. Se da un lato rappresentano una soluzione ecologica e moderna per la mobilità urbana, dall’altro richiedono una regolamentazione chiara e comportamenti responsabili da parte degli utenti. Il caso di Monfalcone dimostra che non basta possedere un mezzo innovativo: occorre conoscerne le regole d’uso e rispettarle scrupolosamente. Il casco, spesso considerato un accessorio, diventa invece simbolo di sicurezza e responsabilità.