IMU, basta pagarlo: siete esentati tutti | Se lo avete pagato fino ad oggi avete buttato solo soldi

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Imu esenzione affitto parziale prima casa_Donnaclick

Casetta in miniatura con scritta IMU_(Depositphotos.com)_Donnaclick

In molti continuano a pagare l’IMU senza sapere che la legge prevede un’esenzione, anche in situazioni che sembrano escluse.

Pagare l’IMU ogni anno pesa, soprattutto quando si parla di prima casa. Molti proprietari, inoltre, vivono con la convinzione che qualsiasi forma di affitto faccia scattare il pagamento. Ma le cose non stanno così.

La normativa italiana sull’IMU è piena di dettagli, eccezioni e interpretazioni che spesso sfuggono a chi non è del settore. Il risultato? Migliaia di contribuenti che versano tasse non dovute.

In particolare, c’è un’area grigia che riguarda chi affitta una stanza della propria abitazione principale. Alcuni Comuni hanno approfittato di questa incertezza per inviare accertamenti e sanzioni.

Ma c’è una risposta chiara e definitiva, arrivata proprio dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ribalta le convinzioni diffuse. E chiarisce un punto chiave che riguarda migliaia di famiglie italiane.

IMU e affitto: cosa succede se affitti una parte della casa

Per legge, l’IMU non si paga sull’abitazione principale, cioè quella dove si ha residenza e dimora abituale. Fin qui tutto chiaro. Ma se si affitta una stanza? È ancora “prima casa”?

La risposta è sì. Il MEF ha chiarito che affittare una parte della casa non fa perdere le agevolazioni. Basta che il proprietario continui a vivere lì e che il contratto sia regolarmente registrato.

IMU esenzione affitto parziale prima casa_Donnaclick
Proprietario di casa dà le chiavi a una giovane affittuaria_(Depositphotos.com)_Donnaclick

Affitti una stanza? Hai comunque diritto all’esenzione IMU

Chi ha affittato una parte della propria prima casa senza cambiare residenza non deve, dunque, pagare l’IMU. L’esenzione resta valida anche in caso di affitto parziale. A dirlo non sono opinioni o interpretazioni, ma una risposta chiara fornita dal Ministero, confermata dalla Faq n. 12 del 2016. Il chiarimento è arrivato dopo il caso di un proprietario che affittava stanze a studenti universitari. Il Ministero dell’Economia ha ribadito che la destinazione di abitazione principale non viene meno, e quindi non si perde il diritto all’esenzione. Se fino ad oggi hai versato l’imposta, credendo fosse dovuta solo perché avevi affittato una stanza, potresti aver sprecato soldi per anni.

Per beneficiare dell’esenzione, però, ci sono delle condizioni precise: l’immobile deve continuare ad essere utilizzato come abitazione principale, con residenza e dimora effettiva del proprietario. È inoltre fondamentale che il contratto di affitto sia regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate, così da evitare problemi in caso di controlli. Conservare la documentazione, come copia del contratto e certificazioni anagrafiche, è la miglior difesa se il Comune dovesse contestare il mancato pagamento. Infatti, alcuni enti locali potrebbero non adeguarsi subito all’orientamento ministeriale: in questi casi è possibile presentare un’istanza di riesame o, se necessario, ricorrere alla Commissione Tributaria. Ma con tutti i documenti in ordine, il diritto all’esenzione resta intatto.