Addio contanti, se non avete la carta di credito non comprate più nulla | Passata la ‘legge’, non esistono eccezioni
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Dal 2025 chi effettua pagamenti oltre i 5.000 euro in contanti, superando il limite consentito, rischia multe salate: la legge non prevede eccezioni, salvo rare deroghe per il turismo internazionale.
Dal 1° gennaio 2025 in Italia resta in vigore il limite massimo di 5.000 euro per i pagamenti in contanti. Questo tetto, stabilito dalla Legge di Bilancio, non è una novità, ma la conferma di una linea di politica economica mirata a garantire la tracciabilità dei flussi finanziari. In pratica, anche un solo centesimo oltre la soglia richiede l’uso di strumenti di pagamento tracciabili, come carte di credito, bonifici o assegni non trasferibili. La regola vale per tutti: privati, imprese e professionisti. L’obiettivo è chiaro: combattere evasione fiscale e riciclaggio di denaro, rafforzando trasparenza e sicurezza nelle transazioni.
Questa restrizione si inserisce in un contesto europeo più ampio, dove l’UE ha fissato un limite massimo di 10.000 euro per i pagamenti in contanti, consentendo però agli Stati membri di imporre soglie più basse. L’Italia ha scelto di mantenere il tetto di 5.000 euro, ponendosi tra i Paesi più restrittivi insieme a Francia, Spagna e Grecia, che hanno limiti ancora più bassi. La normativa italiana mira non solo a monitorare le operazioni economiche, ma anche a spingere verso una maggiore digitalizzazione dei pagamenti, con benefici sia per il fisco che per i consumatori in termini di sicurezza e tracciabilità.
Il limite di 5.000 euro si applica a ogni transazione tra soggetti diversi, incluse donazioni e prestiti tra familiari. Non è possibile suddividere artificialmente un pagamento superiore alla soglia in più versamenti inferiori per eludere la norma. È ammessa solo la rateizzazione reale, con scadenze prestabilite e separate. Per importi inferiori, il pagamento in contanti resta consentito, ma è possibile anche utilizzare soluzioni miste, combinando contanti e pagamenti elettronici. Questa rigidità normativa serve a impedire operazioni opache che potrebbero sfuggire ai controlli fiscali.
Il divieto di frazionamento artificioso è uno dei punti chiave della normativa. Se, ad esempio, si acquista un bene da 6.000 euro, non si può pagare metà in contanti e metà il giorno dopo per restare sotto la soglia. Ogni operazione viene considerata nel suo importo totale, e se supera i 5.000 euro deve essere saldata con strumenti tracciabili. Per contro, un contratto che prevede rate mensili, come un piano di acquisto dilazionato, è perfettamente legittimo se rispettato nei tempi e negli importi stabiliti.
Le eccezioni alla regola: quando si possono superare i 5.000 euro in contanti
Una delle poche deroghe previste riguarda il settore turistico e commerciale. Gli operatori del commercio al dettaglio e le agenzie di viaggio possono accettare pagamenti in contanti fino a 15.000 euro da cittadini stranieri non residenti in Italia, a condizione che rispettino precise regole di tracciabilità. L’acquirente deve essere una persona fisica, senza cittadinanza italiana e residente all’estero. L’esercente, invece, è obbligato a versare l’importo in banca e a comunicarlo all’Agenzia delle Entrate. Questa eccezione è pensata per favorire il turismo di fascia alta senza rinunciare al controllo delle transazioni.
La normativa non ammette invece eccezioni per transazioni tra residenti in Italia: chi supera i 5.000 euro in contanti rischia controlli e pesanti sanzioni. L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza effettuano verifiche a campione e indagini mirate, potendo anche risalire alla provenienza delle somme. Un comportamento scorretto può compromettere la reputazione fiscale del contribuente, portando a monitoraggi più frequenti e accertamenti approfonditi.

Le sanzioni per chi non rispetta il limite
Le sanzioni per chi paga o riceve contanti oltre il limite sono severe. Per importi fino a 250.000 euro, le multe variano da 1.000 a 50.000 euro; oltre questa soglia, da 5.000 a 250.000 euro. I professionisti e gli intermediari finanziari che non segnalano violazioni possono subire ulteriori sanzioni tra 3.000 e 15.000 euro. Nei casi più gravi, le transazioni sospette possono essere segnalate all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, con possibili conseguenze penali.
L’obiettivo di questa rigidità è dissuadere dall’uso del contante per operazioni rilevanti, incentivando i pagamenti elettronici come strumento di trasparenza e legalità. L’utilizzo di carte di credito, bonifici e app di pagamento garantisce tracciabilità, riduce i rischi di furto e facilita la gestione delle spese. In prospettiva, questa politica punta anche a uniformare il sistema italiano agli standard europei, mantenendo però un approccio prudente per evitare abusi e frodi.
