Partita Iva, “approvata la tredicesima anche per loro”: basta vita da lavoratore precario | Passata la legge epocale
Datore di lavoro e dipendente discutono di un accordo contrattuale per la tredicesima.
Molti lavoratori pensano che la tredicesima sia un diritto universale, ma in realtà non è sempre così: in certi contratti non esiste e bisogna negoziarla all’inizio.
La tredicesima mensilità è un’erogazione aggiuntiva rispetto allo stipendio ordinario, nata storicamente per consentire ai lavoratori di affrontare le spese delle festività natalizie. Non si tratta di una gratifica discrezionale, bensì di un istituto che, quando previsto, è disciplinato dai contratti collettivi nazionali (CCNL). Tuttavia, non tutti i settori o le tipologie di contratto lo contemplano. Nei rapporti di collaborazione autonoma, nel lavoro occasionale o in alcuni contratti a progetto, la tredicesima non è inclusa e la sua eventuale erogazione dipende solo dalla volontà del datore di lavoro e dagli accordi scritti tra le parti.
In assenza di obbligo contrattuale, il lavoratore può comunque ottenere una tredicesima se riesce a inserirla nella trattativa iniziale. È fondamentale affrontare questo tema già in fase di firma del contratto, per evitare equivoci o aspettative non realistiche. Un accordo chiaro deve specificare l’importo, la modalità di calcolo (mensile o proporzionato ai mesi lavorati) e la data di erogazione. In mancanza di una clausola specifica, il datore non ha alcun vincolo a riconoscere questa mensilità aggiuntiva. In certi contesti aziendali, la trattativa si può integrare con altri benefit, come buoni spesa o premi di risultato.
Ci sono contratti collettivi che non prevedono la tredicesima, ma stabiliscono un premio annuale, spesso chiamato “gratifica natalizia”. Questo contributo, pur non avendo le stesse regole della tredicesima, viene di solito erogato a dicembre ed è legato a performance aziendali o risultati individuali. In alcuni casi, è un importo fisso uguale per tutti i dipendenti; in altri, varia in base alla retribuzione o alla presenza in servizio. È importante sottolineare che, trattandosi di un benefit aggiuntivo e non di un diritto sancito dal contratto, l’azienda può modificarne l’importo o sospenderlo negli anni di difficoltà economica.
Nei rapporti di lavoro senza tredicesima, il cosiddetto “regalo di Natale” aziendale può rappresentare un gesto significativo, ma va considerato per quello che è: una gratificazione volontaria. Può assumere la forma di denaro, buoni acquisto o altri vantaggi in natura, come cesti natalizi o giorni di ferie extra. In molte realtà di piccole dimensioni, soprattutto nel commercio e nell’artigianato, questo contributo è un modo per mantenere un buon clima aziendale e riconoscere l’impegno del personale durante l’anno. Tuttavia, non essendo un diritto acquisito, il lavoratore non può pretenderlo negli anni successivi.
Come verificare se ti spetta la tredicesima
Per capire se la tredicesima è prevista nel proprio rapporto di lavoro, è indispensabile leggere con attenzione il contratto individuale e il CCNL di riferimento. Molti lavoratori, soprattutto giovani alle prime esperienze, danno per scontato questo diritto senza verificare la documentazione. In caso di dubbi, è utile rivolgersi a un consulente del lavoro o a un sindacato, che possono chiarire la situazione contrattuale. Bisogna considerare che, se il CCNL prevede la tredicesima, il datore è obbligato a corrisponderla; se non la prevede, bisogna avere un accordo scritto o una prassi aziendale consolidata per poterla richiedere.
Un’ulteriore variabile riguarda i contratti a tempo determinato o part-time, nei quali la tredicesima può essere riconosciuta in forma proporzionata ai mesi o alle ore effettivamente lavorati. Nei contratti di somministrazione, la tredicesima può essere corrisposta mensilmente sotto forma di rateizzazione anziché come importo unico a dicembre. È importante sapere che anche nei rapporti senza obbligo, se l’azienda ha erogato la tredicesima per più anni consecutivi, si può configurare un uso aziendale che crea un’aspettativa legittima, rendendo più difficile per il datore sospenderla senza giustificazione.

Consigli per negoziare la tredicesima
Negoziare la tredicesima richiede preparazione e strategia. Prima di affrontare l’argomento con il datore di lavoro, è utile raccogliere dati di mercato e informazioni sul proprio settore. Dimostrare il valore aggiunto che si porta in azienda, i risultati raggiunti e le competenze acquisite può rafforzare la richiesta. È bene proporre la tredicesima come parte di un pacchetto di retribuzione complessivo, eventualmente affiancandola ad altri benefit. La negoziazione deve avvenire in un momento favorevole, come alla firma del contratto o in occasione di rinnovi e scadenze annuali.
In definitiva, la tredicesima non è un diritto universale e la sua esistenza dipende dal contratto o dagli accordi presi. Nei contesti in cui non è prevista, è possibile richiederla in fase di assunzione o puntare su benefit alternativi come premi o regali natalizi. Comprendere la propria posizione contrattuale è il primo passo per evitare delusioni e rivendicare correttamente ciò che spetta. Un dialogo trasparente con il datore di lavoro e una chiara definizione degli accordi economici permettono di vivere le festività con maggiore serenità e senza sorprese in busta paga.
