Chi è Valentina, madre non biologica che lotta per rivedere le figlie

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Valentina è un’operatrice in una casa di riposo di Padova. Nel 2018 è stata messa alla porta dalla sua ex compagna nonché madre biologica delle sue due gemelline, nate con una fecondazione eterologa.

Il  caso di Valentina è stato respinto dal tribunale di Padova, da quello dei Minori di Venezia e anche dalla Corte Costituzionale.

Adesso è arrivato alla Corte Europea di Strasburgo

Adesso è il suo caso è arrivato davanti alla Corte Europea di Strasburgo. Il 5 maggio scorso la Corte europea per i diritti umani ha richiamato l’Italia, chiedendo giustificazioni in merito a plurime violazioni.

“La fecondazione eterologa dovrebbe essere concessa anche in Italia: essere genitori non può dipendere dall’essere uomo o donna o eterosessuale”. Dichiara così Valentina. “Le separazioni ci sono anche nelle coppie eterosessuali. Quanti vivono lontani dai figli? Solo che in quei casi la legge tutela entrambi i genitori. E per me la regola non può essere la stepchild adoption, per adottare le figlie che ho fatto nascere. Io ho seguito tutto il percorso. C’ero anche io lì, durante quel percorso”.

L’altra mamma è un fantasma

Il rapporto con la sua ex-compagna è entrato in crisi e nel 2018 è iniziato il suo esilio genitoriale.

La storia di Valentina, mamma non biologica di due gemelline che ha coccolato per sei anni nel ruolo di genitore, prima di separarsi dall’ex compagna, assomiglia alle vicende di tante famiglie omogenitoriali, formate cioè da due mamme o due papà.

Il calvario di Valentina è iniziato nel 2018, quando è stata messa alla porta dalla madre biologica e da quel momento è iniziato il suo esilio genitoriale. Dopo essere stata respinta dal tribunale di Padova, da quello dei Minori di Venezia e anche dalla Corte Costituzionale.

Come ha riportato Repubblica, il 5 maggio scorso la Corte europea per i diritti umani ha richiamato l’Italia, chiedendo giustificazioni in merito a plurime violazioni.

“Mi aspetto che vengano finalmente riconosciuti i miei diritti e che il Governo mi veda come un genitore a prescindere dal mio orientamento sessuale. Purtroppo la strada per veder riconosciuti i diritti civili è ancora molto lunga”. 

Separazione tra Valentina e la sua ex-compagna

Come accade in tante coppie eterosessuali, la relazione di Valentina e la sua ex compagna è entrata in crisi e così le due donne hanno deciso di separarsi. “Io e la mia compagna dovevamo sposarci per dare concretezza al nostro rapporto ma è andata così. I sogni sfumano ma quando sono nate quelle bambine la responsabilità l’ho presa e non intendo rinunciarvi”.

La separazione però è andata a discapito di Valentina, perché la legge italiana in materia di figli, tutela oggi solo i figli nati da genitori di sesso opposto.

“Delusione amara”

Invece è delusa e sofferente Valentina, la madre che ha contestato alla sua ex compagna la maternità esclusiva delle gemelline. Dice di sentire una “delusione amara”. Perché i tempi della politica non sono i tempi delle sue bambine, che oggi, dice, “sento ancora più lontane”. “Un passo in avanti? Forse, ma non per me, forse per altre mamme che nella mia stessa situazione potranno usufruire di una legge che, chissà quando, potrà tutelarle. E le mie figlie saranno grandi”.

“Il tempo passa – dice con tristezza Valentina – e loro crescono. Lasciar passare il tempo è il mezzo che l’altra ha usato più di tutto, oltre alla legge che è dalla sua parte, per allontanarmi dalle mie figlie”.

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