Le riprese de “La passione di Cristo 2: Resurrezione“, atteso sequel del controverso film di Mel Gibson uscito nel 2004, dovrebbero finalmente partire nel gennaio 2024, dopo essere state rimandate a causa degli scioperi dei sindacati WGA e SAG. A confermarlo è Jim Caviezel, interprete di Gesù nel primo capitolo, in una recente intervista.
Il film, girato in aramaico e latino come il predecessore, vedrà il ritorno di Mel Gibson dietro la macchina da presa, affiancato dallo stesso team produttivo della Icon Productions. La sceneggiatura, stando alle parole del regista, sarà più poetica e filosofica rispetto alla cruda narrazione degli eventi della Passione. Caviezel si è detto entusiasta del progetto, definendolo “il più grande film della storia”, e anticipando che sarà ricco di effetti visivi d’impatto. L’attore è convinto che “sarà una delle cose migliori che abbiate mai visto”, pur mantenendo riserbo sulla possibile data d’uscita.
Oltre a Caviezel nei panni di Gesù, dovrebbero tornare Maia Morgenstern nel ruolo di Maria e Christo Jivkov in quello dell’apostolo Giovanni. Le riprese partiranno presumibilmente in primavera per sfruttare la luce naturale e le location all’aperto.
Da un punto di vista tecnico, Gibson utilizzerà come nel primo film un rapporto d’aspetto di 2.35:1 anamorfico, con lenti anamorfiche Hawk V-Lite che enfatizzano il look granuloso e gli effetti luce naturali. Lato fotografia, il direttore Caleb Deschanel opterà nuovamente per pellicola 35mm e fuoco selettivo, alternando campi lunghi a dettagli ravvicinati. Fondamentale il reparto trucco prostetico per le ferite di Gesù. Per quanto riguarda la color correction, Gibson adotterà una palette tendente al blu e al verde desaturati, enfatizzando i toni freddi per trasmettere realisticamente il senso di sofferenza. Un approccio tecnico che punta al realismo crudo e all’impatto emotivo sul pubblico.
In fase di post-produzione verranno aggiunti gli effetti visivi, con particolare attenzione alla Resurrezione, evento fondamentale del film. Gibson ha parlato di “un viaggio sotto LSD”, lasciando intendere che punterà su effetti psichedelici e visionari per rappresentare il miracolo. Di certo non mancheranno polemiche sull’approccio estremo di Gibson, ma il regista sembra intenzionato a superarsi per creare un’esperienza cinematografica indimenticabile, da vedere assolutamente sul grande schermo per apprezzarne appieno l’impatto visivo e sonoro.
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