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Titanic 110 anni dopo, dove si trova il relitto? Quali sono le sue condizioni?

Sono trascorsi 110 anni da quando il Titanic affondò terrorizzando il mondo intero. Considerata la nave inaffondabile, è naufragato nelle prime ore del 15 aprile 1912 a causa della collisione con un iceberg. Ma dov’è il relitto?

Dov’è il relitto del Titanic?

Sono passati tanti anni prima di essere ritrovato. Il Titanic è stato scoperto il 1º settembre 1985 durante una spedizione guidata dal ricercatore Robert Ballard. Si trova a 486 miglia da Terranova ed è adagiato sul fondale fangoso dell’Atlantico ad una profondità di 3810 m.

Sono stati trovati oggetti?

Dopo essere stato ritrovato, alcuni oggetti sono stati recuperati. All’incirca 5000 manufatti, una parte dei quali vennero portati in Francia, dove un’associazione di artigiani li restaurò.

Alcuni trombini, cioè le sirene a vapore dei fumaioli, la base in legno di una bussola, una statuetta di ceramica, la griglia metallica di una panchina, una valigia da uomo contenente indumenti, perfino materiale cartaceo, come spartiti musicali, lettere, ricevute bancarie.

Ad aver fatto la storia sono anche questi oggetti che sono stati rinvenuti dal disastro. Testimonianze di vita essenziali per ricostruire la storia. Come un orologio da tasca di una vittima di cui non si conosce l’identità. Si era fermato alle 02:28, pochi minuti dopo che il suo proprietario era entrato in acqua.

Presso il Museo marittimo dell’Atlantico a Halifax, sono presenti alcune sdraio rimaste intatte, recuperate in mare dalle navi da ricerca canadesi che recuperarono i corpi delle vittime pochi giorni dopo il naufragio. Anche nel National Maritime Museum a Greenwich e il SeaCity Museum a Southampton ci sono testimonianze tangibili.

Alla scoperta del Titanic

OceanGate Expedition si prepara alle prossime immersioni estive al largo di Terranova. Lo afferma il team al Quotidiano. “Un approccio potente per esaminare la biodiversità perché può essere utilizzato per rilevare tutti i tipi e le dimensioni di organismi”. L’attesa: “Rilevare organismi dal piccolo plancton fino ai pesci di grandi dimensioni, fornendo una panoramica completa dell’ecosistema. Data l’ampiezza di questo approccio, ci aspettiamo di identificare molte più specie di quelle precedentemente documentate sul Titanic”.

I video subacquei completano la ricerca

E’ fondamentale paragonare “la comunità biologica che vive sul relitto con l’habitat circostante di acque profonde. I dati sulla biodiversità generati dai campioni di eDNA verranno utilizzati per comprendere come le barriere artificiali, ad esempio i relitti di navi, nell’oceano profondo influenzino la biodiversità in questo ambiente”.

I risultati del lavoro saranno poi riassunti in una publicazione scientifica”. Al lavoro, fanno sapere da OceanGate Expedition, “un team di oltre 10 scienziati con esperienza in biologia marina, ecologia, genomica e bioinformatica”.

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