Arati Saha, biografia e curiosità sulla nuotatrice da record
Arati Saha
Esistono storie delle quali si parla poco ma che, tuttavia, rappresentano il raggiungimento di record e grandi traguardi. Quelle storie hanno spesso per protagoniste donne che, facendo qualcosa che oggi riteniamo semplice e scontata, hanno in passato abbattuto barriere che sembravano insormontabili.
Una di quelle storie ha per protagonista Arati Saha, la nuotatrice indiana di cui vi parliamo oggi. Nel 1959, appena cinque giorni dopo il suo 19esimo compleanno, divenne la prima e più veloce donna asiatica ad attraversare con successo la Manica a nuoto, in un tempo di 16 ore e 20 minuti.
Biografia
Arati Saha, conosciuta anche con il cognome da sposata, quindi come Arati Gupta, nasce a Calcutta il 24 settembre del 1940. Il padre, Panchugopal Sahu, è nelle forze armate. Ha tre fratelli e perde la madre quando ha 2 anni, quindi viene cresciuta dalla nonna.
Ama nuotare sin da quando è bambina. Accompagna spesso padre e zio a fare il bagno al Champatala Ghat, ed è qui che ha prende le prime lezioni di nuoto. Il padre la iscrive al Hatkhola Swimming Club e qui Arati attira l’attenzione di Sachin Nag, la prima medaglia d’oro ai Giochi Asiatici dell’India.
Nag la prende sotto le sue ali e la piccola Arati mette a frutto le sue doti da nuotatrice. Nel 1946, all’età di cinque anni, vince la prima medaglia della sua carriera: ottiene l’oro nelle 110 yard stile libero alla famosa Shailendra Memorial Swimming Competition di Calcutta.
Con grande talento e passione, Arati Saha raggiunge un traguardo dopo l’altro. Tra il 1946 e il 1951, riesce a vincere 22 competizioni a livello statale, in eventi di nuoto come 100 metri stile libero, 100 metri rana e 200 metri rana. Nel 1948 ottiene due argenti (nei 100 metri stile libero e nei 200 metri rana) e un bronzo (nei 200 metri stile libero) al campionato nazionale di Mumbai.
Determinata a eccellere, continua ad impegnarsi dando il massimo. Nel 1951 stabilisce un record in tutta l’India nei 100 metri rana. Lo stesso anno riesce anche a stabilire un nuovo record a livello statale nei 100 metri stile libero, nei 200 metri stile libero e nei 100 metri dorso.
Nel 1952, dopo diversi tesseramenti nazionali Arati rappresenta l’India alle Olimpiadi di Helsinki insieme alla collega nuotatrice di Mumbai Dolly Nazir. Non tornata con una medaglia, ma porta con sé una grande esperienza.
Per la sua impresa della Manica Arati Saha si ispira a due leggende del nuoto: Brojen Das e Mihir Sen. Brojen Das (nato in Bangladesh) è il primo asiatico ad attraversare il Canale della Manica, alla Butlin International Cross Channel Swimming Race del 1958.
Arati Saha prima donna asiatica ad attraversare a nuoto la Manica
Arati gli invia un messaggio di congratulazioni per la sua grande impresa e lui le risponde, affermando che anche lei può raggiungere quel risultato. Anzi, Das propone agli organizzatori anche il nome di Arati per l’evento del prossimo anno.
Oltre a Brojen Das, è anche Mihir Sen a incoraggiare Arati a pensare seriamente alla partecipazione all’evento. Il 27 settembre del 1958, Sen diviene il primo indiano a nuotare nella Manica nel quarto tempo più veloce.
Più avanti, leggendario nuotatore ottiene anche il primato di essere l’unico uomo a nuotare negli oceani dei cinque continenti – lo Stretto di Palk, lo Stretto di Gibilterra, i Dardenelli, il Bosforo e il Canale di Panama – in un anno solare, il 1966.
Sen, insieme ad Arun Gupta (l’assistente segretario dell’Hatkhola Swimming Club), organizza eventi di raccolta fondi e altre iniziative per rendere possibile la partecipazione di Arati all’evento. Tuttavia, nonostante i loro sforzi sinceri, i fondi raccolti non sono ancora in un primo momento sufficienti.
Vista la scarsità di fondi, i sostenitori di Arati Saha affrontano l’argomento con il Primo Ministro del Bengala Occidentale, Bidhan Chandra Roy, e il Primo Ministro Jawahar Lal Nehru, che mostrano entrambi interesse per l’impresa di Arati e contribuiscono a organizzare la logistica del suo viaggio.
Arati parte finalmente per l’Inghilterra il 24 luglio del 1959. La gara è il programma il 27 agosto e prevede l’attraversamento del tratto di 42 miglia da Cape Gris Nez, in Francia, a Sandgate, in Inghilterra. Al concorso partecipano un totale di 58 nuotatori, tra cui 5 donne, provenienti da 23 Paesi.
Il primo tentativo e, al secondo, la vittoria
Il grande giorno non inizia molto bene. La pilotina di Arati non arriva in tempo e lei ha deve partire in ritardo di 40 minuti. Avendo perso le condizioni meteorologiche favorevoli, deve dunque affrontare una forte corrente contraria quando si trova a sole cinque miglia dalla costa inglese.
Dopo aver lottato per le successive sei ore contro corrente, Arati deve abbandonare definitivamente sotto la pressione del suo pilota. Ma la tenace giovane donna non è una che si arrendeva facilmente. Si allena duramente e si prepara per un secondo tentativo.
Il 29 settembre 1959 Arati fa il suo secondo tentativo. Dopo aver combattuto onde agitate e potenti correnti per 16 ore e 20 minuti, riesce finalmente a raggiungere Sandgate, la sua destinazione sulla costa inglese. La prima cosa che fa è issare il tricolore indiano. La bandiera diventa un simbolo: la vittoria, infatti, non spetta solo ad Arati Saha, ma a tutte le donne dell’India.
Il 30 settembre, All India Radio annuncia al Paese il memorabile risultato di Arati. L’anno successivo, le viene conferito il Padma Shri in riconoscimento della sua determinazione implacabile, per lo spirito indomabile e per il suo coraggio eccezionale. Caratteristiche che l’hanno aiutata a compiere questa impresa. Arati Saha passa alla storia come la prima sportiva indiana a ricevere il quarto premio civile più alto dell’India.
La morte di Arati Saha
Arati Saha muore a causa dell’encefalite nel 1994, un mese prima del suo 54esimo compleanno. Cala così il sipario su un capitolo glorioso del nuoto indiano. Nel 1999, per commemorare la sua conquista della Manica, il Dipartimento delle Poste ha emesso un francobollo in sua memoria. Google le ha dedicato un Doodle nel 2020.
La sua impresa rappresenta, ancora oggi, un esempio di forza e tenacia. In un momento in cui, nel resto del mondo, si credeva che le donne indiane fosse relegate alle attività in casa, Arati Saha ha superato ostacoli fisici e mentali, ottenendo il successo.
Il suo record continua a ispirare innumerevoli donne indiane a seguire i loro sogni: non importa quanto possano sembrare lontani, ognuna di esse ha la capacità per trionfare.
