Studentessa bendata durante l’interrogazione in dad

di Alice Marchese


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Accusata di essere troppo brava. Una studentessa di Verona è stata costretta a bendarsi in sede di interrogazione. È successo durante la didattica a distanza mentre stava affrontando un’interrogazione di tedesco.

Le parole di Barbara Floridia

Indignata la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia. Invia alla studentessa un abbraccio e la sua solidarietà. Sottolinea al Corriere della Sera: “La scuola è una comunità educante nella quale l’obiettivo comune è educare. Far crescere in maniera equilibrata i giovani che ne fanno parte favorendone la maturazione e la formazione umana e personale. La cultura del sospetto non rientra tra gli obiettivi della scuola. Il gesto della professoressa mi sembra eccessivo ed inopportuno”.

Le parole del sottosegretario all’Istruzione 

Il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso dice: “Si tratta di un episodio isolato che giustamente andrà approfondito dalla dirigenza dell’istituto in cui si è verificato per capirne l’origine e l’esatta dinamica”.

I rappresentanti dell’Unione studenti

Si schierano contro i metodi della professoressa di Verona anche i rappresentanti dell’Unione studenti.
“Riteniamo inaccettabile che le studentesse e gli studenti, in un momento delicato come questo, vengano trattati in queste modalità. Fa riflettere come nell’attuale sistema d’istruzione ci si concentri più sul vedere come e quanto gli studenti copino. Non su quanto apprendano e se abbiano una coscienza critica. Il problema è il nostro sistema scolastico che valorizza i voti più di quanto gli studenti valorizzino lo studio”.

Sottolinea Luca Redolfi. “È necessario superare questa idea di valutazione: la scuola serve veramente e solamente a dare voti e giudizi? Crediamo di no. Per questo questo in questi mesi stiamo discutendo in assemblee in tutto il Paese un nuovo immaginario di scuola. A breve presenteremo pubblicamente.
Lo scorso dicembre lanciammo la carta dei diritti delle studentesse e degli studenti in dad. Il documento puntava a evitare il ricrearsi di queste situazioni. Il fatto che a un anno dall’inizio della pandemia continuino a verificarsi, rende ancor più necessario e urgente la messa in campo di strumenti di tutela per gli studenti. Il ministro dell’Istruzione ci ascolti!”.

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