Pesce al ristorante, occhio alla SINDROME SGOMBROIDE: se noti questo dettaglio il tuo piatto è una bomba a orologeria
Piatto di pesce al ristorante_(Depositphotos.com)_Donnaclick
In vacanza o a cena fuori, il pesce può essere una delizia per il palato ma anche un rischio invisibile se non è stato conservato in modo corretto.
Mangiare pesce al ristorante è spesso sinonimo di lusso, benessere e dieta sana. Crudo o cotto, grigliato o marinato, il pesce è uno dei protagonisti della tavola estiva. Ma c’è un’insidia che pochi conoscono e che può trasformare un piatto prelibato in una vera minaccia per la salute.
Non stiamo parlando di intossicazioni comuni o di pesce mal cucinato. Esiste una sindrome che si presenta all’improvviso, con sintomi simili a una reazione allergica, ma che ha tutt’altra origine. Ed è legata, purtroppo, anche alla qualità della conservazione del pesce prima che arrivi nel piatto.
Questa condizione non fa distinzioni: può colpire chiunque, anche chi non ha mai sofferto di allergie. I primi segnali arrivano entro pochi minuti dal pasto, e spesso sono confusi con un malessere passeggero o una semplice indigestione, ma ignorarli è un errore.
Prurito, bruciore alla bocca, arrossamento del volto, tachicardia: sintomi rapidi e intensi che dovrebbero far scattare l’allarme. Il pesce che li ha provocati potrebbe essere deteriorato, e quello che sembra un attacco allergico potrebbe in realtà essere qualcosa di molto diverso.
La sindrome che simula un’allergia
La sindrome sgombroide è una forma di intossicazione alimentare causata dall’ingestione di istamina, una sostanza che si sviluppa quando il pesce non viene conservato correttamente. I pesci più a rischio sono quelli della famiglia degli Scombridae, come sgombri, tonno, acciughe e sardine.
Quando l’istidina presente naturalmente in questi pesci si decompone per il calore o la cattiva refrigerazione, si trasforma in istamina. Ed è quest’ultima a scatenare la reazione nell’organismo, provocando una serie di disturbi che possono spaventare chi non ne conosce l’origine.

Il dettaglio da non trascurare
Il campanello d’allarme? Un odore pungente o un leggero bruciore alla bocca subito dopo il primo boccone. È questo il segnale più precoce della sindrome sgombroide, un dettaglio che può sembrare insignificante ma che indica la presenza di istamina in quantità pericolose. I sintomi, che compaiono tra i 15 minuti e le 3 ore dopo l’ingestione, includono mal di testa, orticaria, diarrea, nausea e, nei casi più gravi, problemi respiratori e cali di pressione. Il trattamento prevede l’uso di antistaminici, ma nei rari casi gravi può essere necessario un intervento d’urgenza.
Se sospetti che il pesce non sia fresco, invialo subito indietro: non è questione di gusto, ma di salute. La catena del freddo, soprattutto nei ristoranti, è fondamentale. E anche se il pesce è cotto, non significa che sia sicuro, se non è stato conservato bene. Quando mangi pesce, affidati all’olfatto, al palato e all’intuito. Se qualcosa non ti convince, fidati del tuo istinto: potresti evitare un’intossicazione pesante.
