16enne con mani legate e maschere: soffre di picacismo, di cosa si tratta?
Da sedici anni l’unica cura per Bruno sono mani legate e maschera sul viso. Affetto da picacismo, questa patologia lo porta ad ingerire di tutto. “Un trattamento che appare più vicino al concetto di tortura che a quello di cura”. A dirlo è la nuova Garante della Sardegna per le persone private della libertà personale, Irene Testa, reduce da una visita alla struttura di assistenza ai disabili nel Sulcis-Iglesiente in cui l’uomo è ricoverato.
“Ho atteso un giorno prima di mettere nero su bianco quanto visto all’Aias di Cortoghiana. Un giorno per riprendermi”. Continua così la Garante. “Dallo scenario agghiacciante e raccapricciante che mi sono trovata davanti”. “Bruno è affetto da picacismo, patologia che lo porta a ingerire qualsiasi cosa gli capiti davanti. Da oltre sedici anni viene tenuto tutto il giorno legato per le mani, con un casco in testa. Apparentemente non perché pericoloso verso gli altri, ma verso di sé”.
Quello di Bruno è un disturbo piuttosto raro del comportamento alimentare. Dunque si ritrova a mangiare regolarmente cose non commestibili, come carta, argilla, sporcizia o capelli. Solitamente ciò che il picacista mangia non provoca danni alla sua salute. Tuttavia, talvolta ciò che assume causa complicanze, come stipsi, occlusione del tratto digerente, avvelenamento da piombo per aver mangiato frammenti di vernice, o infezione parassitaria per aver ingerito terriccio.
“Io non sono un medico e non spetta a me dare ricette, magari dal sapore semplicistico perché guidate dall’onda emotiva. Sono la garante delle persone private della libertà personale e proprio di persone, di singoli casi ho il dovere di occuparmi. Non mi sto riferendo quindi alla struttura, ma a un caso specifico di un ospite al suo interno, per la verità già sollevato da alcuni anni dalla presidente dell’Unasam, l’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale, Gisella Trincas, ma anche oggetto di esposti alla Procura, di lettere all’allora ministro della Salute Speranza e di interrogazioni nel Consiglio regionale sardo”.
“Non mi rassegno non posso accettare che una persona malata venga sottoposta a un trattamento che appare più vicino al concetto di tortura che a quello di cura. Non è però tempo dell’indignazione ma della concreta e rapida azione di tutti gli attori istituzionali che possano dare un contributo a cambiare questa situazione. Questa è una sorta di appello: dobbiamo farlo per Bruno e per tutti gli altri Bruno”.
Sebbene le cause del picacismo rimangano nel complesso sconosciute, tra i fattori considerati potenzialmente legati si annoverano:
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