Non c’è un limite di età ben definito. Alcuni pediatri negano l’esistenza dell’acetone prima dei due anni, altri abbassano il limite a un anno. In realtà non esiste un’età limite al di sotto della quale si possa dire che non esista l’acetone. Forse l’acetone cosiddetto “primitivo “, cioè non associato ad altre malattie, può non manifestarsi prima dei 2 anni, ma quello associato a una malattia principale esiste anche al di sotto dell’anno di vita.
Non è assolutamente possibile stabilire delle età con assoluta certezza. In genere l’epoca di maggiore incidenza va dai 3 ai 6 anni. Poi va gradualmente diminuendo.
Vorrei parlare di questi ultimi perché rappresentano una categoria numerosa. Anzitutto bisogna intendersi con la mamma a proposito di questo “scarso appetito“. In effetti, per lo più, il bambino alterna periodi in cui mangia volentieri e altri in cui mangia pochissimo. Stranamente, in questi periodi sono presenti quei sintomi segnalati come:
Normalmente dopo qualche giorno di questa situazione, il bambino riprende a mangiare, per poi ciclicamente ricadere nella poca fame. In sostanza, si cura da solo, riducendosi la dieta (quindi disintossicandosi) e poi riprende a mangiare. Se non diminuisse l’alimentazione andrebbe incontro a crisi di acetone ma, in realtà, questi bambini non hanno quasi mai grosse crisi, perché sanno “autogestirsi”! Questi bambini possono essere definiti acetonemici cronici.
Questa definizione farà sorridere molti “luminari”, ma rende perfettamente l’idea e soprattutto si adegua alla realtà. Infatti, quando descrivo queste cose alle mamme di bambini che presentano questi sintomi, le vedo illuminarsi e mi dicono: “Il mio bimbo è proprio così come lo descrive lei!”.
A proposito sempre di questi bambini, il loro aspetto pallido con occhiaie spinge qualche volta la mamma a chiedere che vengano sottoposti a esami del sangue, nel timore di gravi anemie. Esami che puntualmente e fortunatamente si rilevano normali.
Non bisogna torturare questi poveri bambini. Il pediatra che ha cura della qualità della vita del bambino ha il dovere di convincere la madre a non avere alcun timore per bambini di questo tipo.
In definitiva la diagnosi di acetone deve essere fatta dal medico.
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