TARI cancellata, questo Comune italiano non lo paga più: se abitate qui avete fatto bingo
La Tari 2025 si paga in base al possesso di immobili. Previsti esenzioni fino al 100% e bonus rifiuti del 25% per famiglie con ISEE basso.
TARI
La Tari è la tassa sui rifiuti che tutti i contribuenti devono pagare, salvo precise esenzioni e agevolazioni.
La Tari, acronimo di Tassa sui Rifiuti, è il tributo destinato a coprire i costi della raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani. Si tratta di una voce che interessa milioni di famiglie e imprese in Italia e che incide in modo significativo sul bilancio domestico. A differenza di quanto si potrebbe pensare, l’importo dovuto non dipende dalla quantità effettiva di rifiuti prodotti, ma dalla semplice possibilità di produrli. Questo significa che la tassa si applica a chiunque detenga o possieda un immobile, a prescindere dall’uso e dalla frequenza con cui viene abitato.
Il presupposto della Tari è regolato dal comma 641 della Legge di Stabilità 2014, che definisce in maniera chiara chi deve corrispondere l’imposta. A dover pagare non è il proprietario dell’immobile, ma l’utilizzatore, ossia chi ne fa uso diretto e continuativo. Questo principio si applica sia alle abitazioni private sia agli immobili a uso commerciale o produttivo. Anche aree scoperte operative possono rientrare nel perimetro della Tari, purché suscettibili di produrre rifiuti urbani. L’imposta, quindi, non guarda al titolo di proprietà ma alla disponibilità concreta del locale o dello spazio.
Uno degli aspetti più discussi riguarda la Tari sugli immobili non utilizzati. Se un locale o una casa restano vuoti, il pagamento della tassa ricade comunque sul proprietario, in quanto l’immobile, pur non abitato, mantiene la potenziale capacità di produrre rifiuti. Questo principio, spesso oggetto di polemiche, mira a garantire l’equità fiscale del sistema. In tali casi, la tassa viene calcolata secondo criteri oggettivi stabiliti dal regolamento comunale, come la superficie catastale e la destinazione d’uso, indipendentemente dall’effettivo utilizzo dell’immobile.
Accanto all’obbligo generalizzato, esistono importanti esenzioni Tari previste per i nuclei familiari a basso reddito. Chi possiede un ISEE compreso tra 0 e 6.250 euro può ottenere un’esenzione totale del tributo, liberandosi completamente dall’onere. Invece, per le famiglie con un ISEE tra 6.250 e 7.500 euro è possibile ottenere una riduzione del 50% dell’importo dovuto. Queste misure hanno lo scopo di alleviare il peso della tassa sui rifiuti per le fasce di popolazione più fragili, garantendo un approccio più equo e sostenibile rispetto alla capacità contributiva di ciascun nucleo.
Il bonus rifiuti come sostegno economico alle famiglie
Dal 2019 è stato introdotto il bonus rifiuti, un’agevolazione economica che permette di ridurre del 25% l’importo della Tari o della tariffa corrispettiva per il servizio integrato di gestione dei rifiuti. Questo beneficio è rivolto ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico, seguendo lo stesso modello dei bonus già esistenti per luce, gas e acqua. La misura ha rappresentato un passo importante per sostenere chi fatica a far fronte ai costi fissi delle utenze, garantendo un risparmio concreto e immediato a chi ne ha diritto.
Il bonus rifiuti può essere richiesto dalle famiglie con un ISEE fino a 9.530 euro. Il tetto viene elevato a 20mila euro nel caso in cui il nucleo familiare abbia almeno quattro figli a carico. Questa distinzione risponde all’esigenza di tutelare in maniera particolare le famiglie numerose, spesso più esposte al rischio di disagio economico. L’agevolazione viene riconosciuta previa domanda e consente di alleggerire una delle spese più ricorrenti e inevitabili nella gestione di una casa, contribuendo a rendere più equo il sistema tributario.
Come richiedere le agevolazioni e cosa cambia per i cittadini
Per accedere a esenzioni e bonus è necessario presentare apposita domanda presso il proprio Comune o l’ente gestore del servizio rifiuti. Ogni amministrazione può stabilire modalità e tempistiche specifiche, ma in generale servono l’attestazione ISEE aggiornata, i documenti anagrafici e l’indicazione dei componenti del nucleo familiare. È importante sottolineare che queste agevolazioni non vengono riconosciute in automatico: è quindi responsabilità del cittadino informarsi e richiedere l’applicazione delle riduzioni. La corretta presentazione della domanda consente di ottenere benefici economici significativi già sulle bollette dell’anno in corso.
La Tari resta un’imposta necessaria per sostenere il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ma le agevolazioni introdotte negli ultimi anni hanno reso il quadro più equilibrato. Esenzioni totali, riduzioni parziali e bonus dedicati rappresentano strumenti di tutela per chi si trova in condizioni economiche fragili. Allo stesso tempo, questi meccanismi rafforzano la coesione sociale e riducono il rischio di morosità diffusa. Nel 2025, con l’attenzione sempre maggiore al tema del costo della vita, la Tari rimane al centro del dibattito pubblico come simbolo del difficile equilibrio tra fiscalità e giustizia sociale.

