Addio mare in tutto il Paese, ‘costruite’ città una accanto all’altra: per fare il bagno dovete espatriare | Preparate i passaporti
In Svizzera l’urbanizzazione riduce gli spazi naturali e balneabili: per fare il bagno molti cittadini devono andare all’estero.
Zurigo, panorama - www.pixabay.com
In Svizzera il mare non c’è mai stato, ma ora il fenomeno dell’urbanizzazione intensiva sta cancellando anche gli spazi naturali interni: per fare un tuffo bisogna andare oltre confine.
Negli ultimi decenni, le città svizzere si sono estese in modo capillare, trasformando terreni agricoli, prati e colline in quartieri residenziali, zone commerciali e infrastrutture. Questo sviluppo, unito alla posizione geografica del Paese, ha creato una condizione unica: non solo non esiste un accesso diretto al mare, ma anche i laghi e i fiumi balneabili sono sempre più circondati da aree urbanizzate.
La Svizzera è un Paese senza sbocco sul mare, incastonato tra Alpi e laghi, che ha sempre fatto della natura uno dei suoi punti di forza. Tuttavia, l’espansione delle città negli ultimi anni sta ridisegnando il paesaggio. Zone un tempo verdi sono state sostituite da nuove costruzioni, riducendo gli spazi liberi intorno ai corsi d’acqua e alle sponde lacustri. In molte aree, i tratti balneabili sono diventati esclusiva di stabilimenti privati o hotel, riducendo le possibilità per i residenti di godere liberamente delle acque interne. Questa tendenza sta alimentando un dibattito pubblico sulla tutela del paesaggio e sull’accesso alle risorse naturali.
Gli urbanisti spiegano che la spinta all’edificazione è legata alla crescita della popolazione e alla richiesta di nuovi alloggi, specialmente vicino ai centri economici come Zurigo, Ginevra e Basilea. Il risultato è una “continuità urbana” sempre più evidente, con città e paesi che finiscono per unirsi in un’unica fascia edificata. In questo contesto, gli spazi destinati al tempo libero, compresi quelli per la balneazione, subiscono una forte pressione. Nonostante la Svizzera disponga di numerosi laghi alpini e prealpini, molti sono difficilmente raggiungibili o hanno accessi limitati per via di proprietà private e aree riservate.
Le autorità cantonali hanno cercato di bilanciare sviluppo urbano e tutela ambientale, ma la domanda immobiliare ha spesso avuto la meglio. In alcune regioni, come lungo le rive del Lago di Ginevra o del Lago di Zurigo, le case e gli edifici commerciali si affacciano direttamente sull’acqua, riducendo le aree pubbliche. Per i cittadini, questo significa che anche per godere di un bagno in acqua dolce occorre pagare l’ingresso in strutture attrezzate. Chi desidera l’esperienza del mare, invece, deve affrontare viaggi verso Francia, Italia o Croazia, con il conseguente aumento di traffico e impatto ambientale legato agli spostamenti.
La mancanza di un accesso diretto al mare non è mai stata una sorpresa per la Svizzera, ma il progressivo restringimento delle aree naturali interne sta cambiando il rapporto della popolazione con l’acqua. Sempre più famiglie scelgono di trascorrere le vacanze estive all’estero per avere spiagge libere e mare aperto, mentre le località turistiche interne puntano su offerte alternative come sport acquatici, piscine pubbliche e centri wellness. Questa trasformazione sta anche influenzando il turismo internazionale, con un calo di visitatori stranieri interessati alla balneazione e un aumento di quelli attratti da escursioni, cultura e gastronomia.
Come cambiano le abitudini dei cittadini svizzeri
L’impossibilità di accedere facilmente a spazi balneabili ha portato i cittadini svizzeri a modificare il loro tempo libero estivo. Molti preferiscono brevi fughe oltre confine, verso le spiagge liguri, francesi o croate, mentre altri optano per vacanze più lunghe in località marittime. Chi resta in Svizzera sfrutta i centri sportivi e le piscine artificiali, che negli ultimi anni si sono moltiplicate anche nei quartieri periferici. Il trend è accompagnato da un aumento delle attività outdoor in montagna, come trekking e ciclismo, che offrono un contatto con la natura diverso, ma altrettanto apprezzato.
Nonostante le sfide, la Svizzera mantiene un’alta qualità della vita grazie alla gestione efficiente delle infrastrutture e alla protezione dell’ambiente. Alcuni cantoni stanno sviluppando progetti per creare nuovi parchi acquatici e aree balneabili pubbliche, con l’obiettivo di restituire ai cittadini spazi d’acqua accessibili. Parallelamente, associazioni ambientaliste spingono per norme più restrittive sull’edificazione lungo le rive, così da preservare il poco che resta degli spazi naturali. Tuttavia, finché la pressione immobiliare resterà alta, trovare un equilibrio tra sviluppo e natura sarà una sfida continua.

La prospettiva futura in Svizzera: più città, meno natura
Le previsioni degli esperti indicano che, senza interventi mirati, la Svizzera vedrà un’ulteriore riduzione delle aree naturali accessibili entro i prossimi vent’anni. L’urbanizzazione, alimentata sia dalla domanda abitativa interna che dall’attrattiva economica del Paese per lavoratori stranieri, continuerà a trasformare il territorio. Questo scenario potrebbe spingere sempre più cittadini a considerare le vacanze all’estero come unica opzione per vivere il mare, mentre i laghi interni diventerebbero luoghi esclusivi, accessibili solo a chi può permettersi residenze di lusso o club privati. Una prospettiva che rischia di aumentare le disuguaglianze nell’accesso alle risorse naturali.
La Svizzera, pur essendo un modello di organizzazione e qualità dei servizi, si trova davanti a una questione culturale oltre che urbanistica: come preservare il legame dei cittadini con l’acqua in un Paese che non ha il mare? La risposta potrebbe passare per un mix di politiche pubbliche e investimenti privati, mirati a garantire aree balneabili gratuite e sostenibili. Solo così si potrà evitare che, per un bagno estivo, l’unica soluzione resti prendere il passaporto e varcare il confine, trasformando un semplice tuffo in un viaggio pianificato.
