Sorelle-Kessler_Donnaclick (Depositphotos.com)
Alice ed Ellen Kessler si sono spente insieme a 89 anni: un addio lucido e pianificato, tra ricordi, lettere e suicidio assistito.
Un gesto intimo, definitivo, che ha scosso la Germania e commosso l’Europa. Alice ed Ellen Kessler, icone intramontabili della danza e dello spettacolo, si sono spente insieme nella loro casa di Grünwald, alle porte di Monaco, a 89 anni. Una fine che non lascia spazio all’interpretazione: hanno scelto il suicidio assistito, consentito in Germania in presenza di condizioni specifiche. Lontane dai riflettori da tempo, hanno vissuto gli ultimi giorni con lo stesso rigore con cui per decenni hanno calcato i palcoscenici. Il loro ultimo gesto ha colpito non solo per la sua intensità, ma per l’estrema lucidità con cui è stato pianificato. Nulla è stato lasciato al caso: lettere, testamenti, abbonamenti cancellati, gioielli donati. La loro vita parallela si è conclusa come era iniziata: sincronizzata, speculare, perfetta.
Le Kessler erano nate nel 1936 a Nerchau, in Sassonia. Divennero famose fin dagli anni ’50, quando decisero di lasciare la Germania Est per cercare fortuna a Ovest. Iniziò così una carriera che le portò sui palcoscenici del mondo, da Parigi a Las Vegas, passando per la televisione italiana dove furono ribattezzate “le gambe della nazione”. In oltre sessant’anni di attività, hanno rappresentato un modello di perfezione e grazia, collaborando con artisti come Frank Sinatra, Don Lurio e Mina. Ma negli ultimi anni, il tempo aveva chiesto il conto. Prima la pandemia, poi l’età. Si erano ritirate dalla vita pubblica, senza però rinunciare alla dignità di una vita condivisa fino all’ultimo istante.
Tutti i dettagli sono stati pianificati con attenzione. Il 15 novembre, cinque giorni prima della morte, Alice ha inviato una lettera all’Abendzeitung di Monaco per disdire l’abbonamento. Inizialmente scritta al computer, è stata poi corretta a mano, con una penna blu: “fino al 17.11.2025”. L’ha firmata con il suo nome completo, in modo deciso. Secondo il direttore del quotidiano, Michael Schilling, si tratta “probabilmente dell’ultimo autografo della sua vita”.
Un altro pacco è stato recapitato a Carolin Reiber, presentatrice TV e amica di lunga data. Conteneva una collana di giada, spesso ammirata da Carolin. La lettera allegata chiedeva: “Aprire dopo il 18 novembre”. La data scelta non è casuale. Quel giorno, ormai da tempo, era segnato nel calendario delle gemelle.
Il 24 ottobre, le sorelle Kessler sono state viste per l’ultima volta a teatro, a Monaco di Baviera. Chi le ha incontrate le descrive come silenziose, eleganti, distanti. Non si sono fermate per un bicchiere di champagne dopo lo spettacolo. È stato il loro commiato dal mondo culturale che tanto avevano amato e che le aveva celebrate come simboli di stile ed eleganza. Negli ultimi mesi, avevano diradato ulteriormente le uscite. Frequentavano saltuariamente l’Alter Wirt, la locanda storica del centro di Grünwald. Ma da tempo non si vedevano più. A fermare la loro socialità è stato il Covid, che le ha rese più fragili e prudenti. Ellen, racconta Reiber, aveva avuto un ictus. Alice soffriva di artrosi alla schiena e alle ginocchia. Ellen aveva anche un pacemaker e subiva “grandi sbalzi d’umore”. In un’intervista ad «Emma», rivista femminista tedesca, avevano parlato apertamente dei loro problemi fisici e della tristezza che iniziava a farsi sentire.
Anche sul piano pratico, tutto era pronto. Non solo le lettere, ma anche il lascito. “Non abbiamo mai sperperato il denaro”, dicevano. L’eredità è destinata in beneficenza, secondo quanto affermato dalle sorelle stesse. Nessun incarico lasciato agli altri, nessuna scocciatura. Hanno fatto tutto da sole, fino alla fine. La loro casa a Grünwald, in una via riservata, è rimasta silenziosa. Qualche mazzo di fiori, una candela accesa. Nessuna folla, solo un ricordo composto, in una cittadina abituata alla riservatezza. Qui vivono da sempre calciatori e celebrità, ma la privacy è una regola condivisa.
Il loro gesto ha riacceso il dibattito sul suicidio assistito in Germania. Legalizzato nel 2020 dalla Corte Costituzionale, resta un tema delicato e controverso. Molti cittadini non erano neppure consapevoli della sua esistenza. La notizia della scelta delle Kessler ha dato visibilità a una possibilità legale, ma ancora poco discussa. Non tutti approvano. Alcuni quotidiani, come la Bild, hanno espresso perplessità. Ma la questione resta aperta: può l’autodeterminazione arrivare fino al diritto di scegliere il proprio addio? Le Kessler pensavano di sì, e hanno deciso insieme.
Con la morte di Alice ed Ellen Kessler si chiude una pagina irripetibile dello spettacolo europeo. Rappresentavano non solo l’eleganza, ma anche un’idea di lavoro artigianale, disciplina e presenza scenica che oggi sembra appartenere a un altro mondo. Anche nel loro ultimo gesto, hanno ribadito quell’unità indissolubile che le ha rese celebri. “Vorremmo morire lo stesso giorno”, dicevano in un’intervista del 2014. Hanno mantenuto la promessa. Il loro nome resterà scolpito nella memoria di chi ha vissuto gli anni d’oro della televisione, dei varietà, della danza intesa come arte e rigore. Con loro, se ne va anche un modo di concepire lo spettacolo che continua a ispirare artisti, registi e coreografi.
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