Attualità

Saman, parla il fratello: “Voglio dire tutta la verità”

“Voglio parlare, voglio dire tutta la verità”. Così il fratello di Saman, annunciando la decisione di rispondere alle domande.

Ciò dopo l’ordinanza della Corte di assise di Reggio Emilia che aveva dichiarato inutilizzabili le dichiarazioni del giovane in precedenza, tra maggio e giugno 2021, perché, secondo i giudici, doveva essere iscritto nel registro degli indagati.

Imputati sono cinque familiari: i genitori (la madre latitante), lo zio e due cugini. Il giovane è stato fatto entrare prima dell’ingresso dei parenti, assistito dall’avvocato Valeria Miari.

“Da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio”

Le prime domande al fratello di Saman, che ha da poco compiuto i 18 anni, sentito nell’udienza sull’omicidio della sorella, vertono sul telefono utilizzato all’epoca dei fatti, aprile e maggio 2021, e sulle date in cui venne sentito dai carabinieri e dal pm.

Il 18enne ha rivelato, rispondendo alle domande dell’avvocato del cugino Nomanhulaq Nomanhulaq, che, quando in passato affermò che i suoi cugini non c’entravano nulla, “ho detto una bugia perché mio padre mi disse di farlo”, “mi ha detto di non dire niente”.

“Io da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio – ha aggiunto – Quando sono andato dall’altro giudice, ho detto che non hanno fatto niente, ero costretto da mio padre”. Quando avvenne? “Non lo ricordo. Ma prima e dopo mi hanno chiamato e detto di non dire niente dei cugini”.

“Mi dissero che Saman era stata seppellita”

Qualcuno ti aveva detto che Saman era stata seppellita? “Sì”. E chi te lo aveva detto? “Noman, gli avevo chiesto io, perché volevo abbracciare mia sorella. Ma l’ho chiesto anche allo zio, prima di partire per Imperia”.

E perché di questo – ha domandato l’avvocato di Nomanhulaq – non parlasti negli interrogatori al pm e ai carabinieri? “Perché non mi dissero di preciso dov’era, solo che era sotto terra. E sempre per la questione di mio papà, avevo paura di lui”.

E ancora: “Mentre facevano i piani, io stavo sulle scale ad ascoltare, non tutto ma quasi. Ho sentito una volta mio padre che parlava di ‘scavare'”. Chi faceva i piani? “Noman, papà, mamma e altri due, Danish e Ikram”.

Dov’era Saman mentre sentivi queste cose? “Non ricordo, sono confuso”. E, dopo una lunga pausa di silenzio, ha ribadito di non ricordarsi. La riunione durò “più o meno mezz’ora”. Oltre a “scavare”, il giovane ha detto che ricorda di aver sentito anche “passare dietro alle telecamere”.

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