Allarme nei supermercati italiani: ritirati 2.000 prodotti per RISCHIO INTOSSICAZIONE | Ogni assaggio è una roulette russa
Controlli in un supermercato_Donnaclick
In tutta Italia aumentano i ritiri alimentari: cresce la preoccupazione per la sicurezza a tavola.
Sempre più spesso, i carrelli della spesa nascondono insidie invisibili. Sostanze contaminanti, errori di produzione e controlli di qualità che falliscono stanno portando a un’impennata di richiami alimentari in tutta Italia. Il consumatore medio, ignaro, rischia ogni giorno di acquistare prodotti potenzialmente pericolosi.
Dal biscotto al formaggio, passando per salse e insaccati, nessun comparto alimentare sembra immune. Aumentano le segnalazioni di prodotti ritirati dagli scaffali per motivi che vanno dalla contaminazione batterica alla presenza di allergeni non dichiarati. E in molti casi, i prodotti vengono già consumati prima che l’allerta venga diffusa.
Il Ministero della Salute ha intensificato i controlli, ma il numero di richiami non accenna a diminuire. Solo nei primi otto mesi del 2025 sono stati notificati oltre 170 avvisi ufficiali, per un totale di più di 400 prodotti ritirati. E dietro ogni avviso, c’è un rischio reale per chi mangia in buona fede.
L’industria alimentare italiana, considerata una delle più sicure in Europa, sta affrontando una crisi di fiducia. Il problema non riguarda solo i piccoli marchi: anche colossi del settore sono finiti nel mirino per anomalie nei processi produttivi. E il caso più recente lo dimostra chiaramente.
Una situazione che mette in allarme famiglie e supermercati
Nei punti vendita è ormai routine vedere cartelli con scritte in rosso: “Prodotto ritirato per motivi di sicurezza alimentare”. Una scena che, solo qualche anno fa, sarebbe sembrata eccezionale. Oggi, invece, è parte del paesaggio quotidiano nei supermercati italiani.
Le aziende, dal canto loro, parlano di “richiami precauzionali”, ma i consumatori restano perplessi. In molti casi si tratta di lotti interi – migliaia di confezioni – già distribuiti in tutta la penisola. Ogni confezione può potenzialmente rappresentare un rischio. E quando il pericolo è chimico, la posta in gioco si alza.

Besciamella contaminata: scatta il richiamo per un lotto Granarolo
L’ultimo allarme riguarda Granarolo, uno dei marchi più conosciuti e presenti sulle tavole italiane. L’azienda ha disposto il richiamo precauzionale di 2.000 confezioni di besciamella UHT “Cucina ad Arte” per un rischio chimico legato alla contaminazione da residui di sostanze usate per il lavaggio degli impianti industriali. L’anomalia è emersa a seguito di controlli interni eseguiti dallo stesso produttore. Si tratta di un lotto specifico, contrassegnato dal codice Q5123P, con Termine Minimo di Conservazione (TMC) fissato al 29 ottobre 2025. L’episodio è stato segnalato anche dal Ministero della Salute, che ha pubblicato l’avviso di richiamo sul proprio portale ufficiale.
Il prodotto incriminato è confezionato in brick da 200 ml e proviene dallo stabilimento di Soliera (Modena), identificato con il marchio IT 08 4 CE. Secondo quanto comunicato da Granarolo a Il Fatto Alimentare, il lotto è stato interamente ritirato dai punti vendita, ma chi lo avesse già acquistato è invitato a non consumarlo per precauzione. La raccomandazione è di restituire la confezione al negozio, anche in assenza dello scontrino. L’azienda sottolinea che nessun altro lotto o prodotto è coinvolto, ma il caso pone ancora una volta l’accento sull’importanza della tracciabilità, dei controlli rigorosi e della trasparenza verso i consumatori.
