Pamela Codardini, una giovane mamma italiana di 35 anni, è stata assassinata insieme al suo compagno Juan Yair V.R., 29 anni, in Messico la scorsa settimana. Il duplice omicidio è avvenuto sabato 27 gennaio nella cittadina di Ocotlan de Morelos, nella regione centrale dello stato di Oaxaca.
La coppia gestiva un negozio di tabacchi e pipe nel centro cittadino, quando intorno alle 18:30 sono stati raggiunti da un commando armato che ha aperto il fuoco all’interno del locale. Secondo le prime ricostruzioni, l’obiettivo dell’agguato era il compagno 29enne di Pamela, freddato con diversi colpi sparati a bruciapelo. La donna sarebbe stata uccisa successivamente per eliminare ogni possibile testimone. Le drammatiche immagini diffuse dalla stampa locale mostrano i due cadaveri insanguinati stesi sul pavimento del negozio. La notizia è arrivata in Italia domenica, quando il fratello di Pamela si è rivolto all’Unità di Crisi della Farnesina per avere conferma di quanto appreso. L’identità delle vittime è stata comunicata dalla madre di Juan Yair, che ha riconosciuto anche la 35enne italiana.
Il pensiero va ora ai due bambini piccoli che Pamela Codardini lasciava in Italia e che, stando a quanto riferito dall’Ambasciata, sono stati affidati al padre. I corpi senza vita della coppia sono stati sottoposti ad autopsia per ricostruire la dinamica dell’accaduto e confermare l’utilizzo di armi da guerra calibro 223.
Gli inquirenti messicani seguono la pista di un regolamento di conti nell’ambito della criminalità organizzata locale. Juan Yair, soprannominato “El Yayo”, sarebbe stato un fedelissimo di Alberto Jaime, boss del cartello “Los Medina” che si è suicidato lo scorso ottobre per sfuggire all’arresto. Anche il cugino di quest’ultimo è scomparso nel nulla un mese fa, facendo pensare ad una faida interna.
La tragica fine di Pamela Codardini, trasferitasi in Messico per amore, ha sconvolto la comunità di Favaro Veneto, in provincia di Venezia, dove la donna era cresciuta. I familiari descrivono una madre premurosa, che amava profondamente i suoi bambini. Come tante storie di emigranti in cerca di fortuna, anche la sua si è conclusa nel modo più atroce in un paese lontano.
Le autorità italiane sono in contatto con quelle messicane per garantire il rientro della salma e fare piena luce su quanto accaduto. La Farnesina ha attivato l’Unità di Crisi e l’Ambasciata a Città del Messico per prestare assistenza e seguire il caso. La famiglia chiede ora giustizia e verità, per dare un senso a questa immane tragedia che ha stroncato la vita di una giovane donna e madre.
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