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“Mi spiace, suo figlio resta fuori”, da dicembre non possono più entrare a scuola: devi portarli prima dal medico per il certificato di legge

Attenzione all’obbligo vaccinale: senza certificato, da dicembre i bambini rischiano di restare fuori da nidi e scuole dell’infanzia.

Le iscrizioni per l’anno scolastico 2025/26 sono alle porte, ma in mezzo a scadenze e moduli, c’è un passaggio che potrebbe costare caro a molte famiglie: il rispetto dell’obbligo vaccinale. Senza il certificato aggiornato, i bambini più piccoli potrebbero restare esclusi da nidi e scuole dell’infanzia.

Dal 21 gennaio al 10 febbraio 2025, i genitori potranno iscrivere i figli alle scuole di ogni ordine e grado. Le domande si presenteranno online per la primaria, le medie e le superiori statali, mentre per l’infanzia si userà ancora la modalità cartacea. La procedura sarà accessibile tramite la nuova Piattaforma Unica del Ministero.

Ma oltre alla compilazione delle domande, c’è un controllo cruciale a cui le famiglie devono prestare attenzione: lo stato vaccinale del minore. La legge parla chiaro e non lascia spazio a interpretazioni. A dettare le regole è il Decreto Legge n. 73/2017, convertito nella Legge 119/2017.

Dal 2019, per semplificare il processo, sono le scuole a inviare l’elenco degli iscritti alle ASL, che verificano chi non è in regola. Ai genitori viene poi richiesto di mettersi in regola o presentare la documentazione. E da quest’anno, le scadenze sono particolarmente strette: tutto va risolto entro luglio 2025.

Obbligo vaccinale: cosa dice la legge

I bambini da zero a sedici anni devono essere vaccinati contro dieci malattie infettive, tra cui morbillo, poliomielite, tetano, rosolia e varicella. Le vaccinazioni sono gratuite e previste dal Calendario vaccinale nazionale. Non sono richieste solo per motivi medici documentati. Chi non rispetta l’obbligo può incorrere in sanzioni: per gli studenti dai 6 ai 16 anni è prevista una multa fino a 500 euro. Ma il caso più grave riguarda i piccoli che frequentano nidi e scuole dell’infanzia, per i quali la mancata vaccinazione può portare all’esclusione scolastica.

Se entro le scadenze non sarà consegnata la documentazione che attesta l’avvenuta vaccinazione, il differimento o una richiesta formale, il dirigente scolastico sarà obbligato a trasmettere il mancato adempimento alla ASL. Risultato: il bambino perde il diritto all’iscrizione. In concreto, questo significa che già da dicembre-gennaio, se la documentazione non risulta aggiornata o se la procedura non parte in tempo, ai bambini potrà essere negato l’accesso all’aula. Non si tratta di una minaccia, ma dell’applicazione diretta della legge in vigore.

Bimba fa vaccino_Donnaclick (Depositphotos.com)

Come mettersi in regola e cosa fare subito

Per evitare problemi, i genitori devono contattare quanto prima il pediatra di base o il centro vaccinale di competenza dell’ASL. Il primo passo è richiedere un controllo aggiornato dello stato vaccinale del bambino, così da sapere con certezza quali vaccinazioni risultano già effettuate, quali mancano e se ci sono eventuali motivi medici per cui è possibile richiedere l’esonero o il differimento. In caso di vaccinazioni mancanti, è necessario prenotare subito un appuntamento: i centri vaccinali, soprattutto nei mesi invernali, possono avere tempi d’attesa non brevi.

È fondamentale sapere che non basta un’intenzione o una prenotazione per evitare conseguenze. Le famiglie devono produrre e consegnare un documento ufficiale: un certificato vaccinale, una richiesta formale inoltrata alla ASL, o un’attestazione medica di esonero o rinvio. Senza questi atti formali, la scuola ha l’obbligo, non la facoltà, di segnalare l’irregolarità e procedere con la comunicazione alla ASL. Nessun istituto può decidere di chiudere un occhio. Per questo è essenziale agire subito: chi rimanda, rischia di trovarsi letteralmente fuori dalla scuola dell’infanzia, senza tempo utile per rimediare, e con una sanzione economica che può arrivare fino a 500 euro.

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